Alcuni passaggi, in traduzione nostra, della bolla “Coelestis paterfamilias” con cui Clemente X, il 12 aprile 1671, decretava la canonizzazione di Santa Rosa di Santa Maria, vergine di Lima, del Terz’Ordine di San Domenico.
CLEMENTE VESCOVO
Servo dei servi di Dio
a perpetua memoria
Il celeste padre di famiglia, la cui natura è bontà, la cui volontà è potenza, la cui opera è misericordia, quando vide gli indegni Giudei, che, pure invitati, da sé si esimevano dal prender parte al grande divino banchetto, mandò il suo servo fedele nei vicoli e nelle piazze della città a cercare altri invitati. Invero … per riempire la celeste magione comandò di dilatare l’annunzio a tutte le genti. Dappertutto, dall’Asia, dall’Africa e dall’Europa furono raccolte schiere di santi uomini e sante donne di ogni età, condizione e grado; sola e bisognosa, languiva l’America, non conscia dell’arcano mistero del Signore che vuole la salvezza di tutti, né capace di udire le voci dei suoi ministri. Fino a quando venne la pienezza del tempo e per mezzo di fedeli ministri la voce del Padre risuonò alle orecchie di coloro che sedevano nelle tenebre e nell’ombra di morte e il Vangelo fu portato oltre l’India e il Gange e l’Equatore; e i famelici Gentili furono ricercati in ogni crocicchio affinché sedessero a ricca mensa col Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
E da ultimo fino agli estremi confini del Vecchio Mondo, in lungo e in largo fino alle ultime mete dell’Oceano Atlantico e fino alle estreme sponde delle Indie Occidentali … fino a giungere al Perù, in cui, assieme ai primi uomini che felicemente sottomisero quella regione a Dio e alla Santa Romana Chiesa, prima di tutti gli altri annunziò alla gentilità peruviana il santo Vangelo di Gesù Cristo quell’Ordine che, per singolare privilegio di questa Santa Sede Apostolica fu insignito del titolo di Predicatori. Esso per primo qui sigillando col proprio sangue la parola della predicazione evangelica, invitò con successo tutta quella gente alla cena del provvido Agnello. Coltivata dalla voce, dalla fatica e dal sangue di quest’Ordine, quella terra, a gioia di tutta la Chiesa militante e trionfante, fra gli altri fiori di pietà di quella regione, produsse quella Rosa, esempio di ogni evangelica perfezione, il profumo della quale è gradito a Dio, agli angeli e agli uomini; primo ornamento de Nuovo Mondo ad esser collocato nell’albo dei Santi.
Data e nata a questo fine, Colui che impartisce ogni bene la ricolmò dello spirito di sapienza e di intelletto e tanto la infiammò del fuoco della sua carità, perché non soltanto fosse di ristoro con il suo profumo, ma brillasse per il suo fulgore in quella parte della casa di Dio che giaceva nelle tenebre, perché, qual stella mattutina in mezzo alle nuvole, qual luna piena nei nostri giorni, qual sole rifulgente splendesse nell’eternità.
Pertanto giudichiamo conveniente e sommamente ragionevole che Noi, che, sebbene senza merito, per il Nostro ministero presiediamo a tutta la Chiesa con la nostra apostolica autorità stabiliamo che si debba venerare come santa colei che il Signor nostro Gesù Cristo, di cui sulla terra siamo Vicario, in maniera singolare si degnò di prendere per sua dilettissima sposa e di ornare con gioielli e corone; affinché dall’Oriente all’Occidente i popoli proclamino quant’è grande il Signore nelle sue opere, quant’è degno di ogni lode in ogni sua meraviglia; perché anche nei giorni nostri non mancarono le misericordie sue su di noi, e, sebbene con amore di parte ci castighi per le nostre colpe, tuttavia non si dimentica di noi per sempre, ma non manca di custodirci nelle nostre angustie col presidio dei suoi eletti ed amici, che ci proteggano e difendano coi patrocini dei loro meriti e suffragi.
Perché i fedeli di Cristo Signore capiscano che esempio di pietà sia, quello che nel Nuovo Mondo nelle presenti calamità e pericoli illuminò tutta la Chiesa, abbiamo deciso di proporre in questa nostra lettera i più illustri suoi carismi e virtù, affinché la sua santità, accertata dal testimonio della Cattedra Apostolica, sempre più e in perpetuo splenda nel mondo intiero …
Bambina, spesso fu vista stesa per terra con gli occhi fissi a guardare il cielo, quasi che, ancora pellegrina sulla terra, chiedesse con quell’eloquente silenzio, di cui già allora era provvista, di essere ascritta fra i cittadini della celeste Gerusalemme … A cinque anni, edotta dall’interiore unzione dello Spirito Santo, emise il voto di verginità … Prese ad esempio l’insigne eroina Caterina da Siena … che non cessò mai di chiamare sua maestra … Protraeva il digiuno per settimane … Passava intere quaresime senza pane; ogni giorno assumeva cinque chicchi soltanto di limone, in memoria delle cinque piaghe di Cristo …
Ottenne finalmente, all’età di vent’anni, col consenso della madre, di essere cooptata fra le figlie di san Domenico, assumendo l’abito di santa Caterina da Siena, per cui risplendo le Sorelle del Terz’Ordine, detto volgarmente della Penitenza …
Quell’oracolo divino: “Ti farò mia sposa nella fede” per esimio privilegio si sa che fu compiuto anche con questa diletta ed eletta di Dio … Era una Domenica della Palme, quando nella cappella del Rosario, immersa nell’abisso del suo niente, così le disse il Signore: “Rosa del mio cuore, sii mia sposa”. Tremò la vergine alle dolci parole dello Sposo divino e contemporaneamente udì la Madre di Dio che si congratulava con lei e le diceva: “Ecco Rosa, di quale onore ti fa degna questo Figlio mio”.
Arricchita grandemente di tanti doni e carismi, la vergine con sempre maggior fervore si cinse i lombi di fortezza e le rafforzò il suo braccio. Mancandole per la testimonianza della sua fede tiranni e carnefici, ella stessa, con incredibile fortezza, compì verso se stessa il ministero di quelli … per mezzo di catene di ferro, sull’esempio di san Domenico, ogni notte, fino all’effusione copiosa del sangue, offriva se stessa a Dio come vittima cruenta per le afflizioni della Chiesa, per le necessità del pericolante regno e della città di Lima, per riparare le ingiurie dei peccatori, per espiare in favore delle anime dei defunti, per impetrare i divini aiuti alle anime che si trovavano nell’estremo agone, per stornare l’ira divina … Del tutto si configurava Rosa al giglio posto fra le spine … Si infisse in capo una corona di stagno e per alcuni anni la portò con senza ferite; ad essa negli anni successivi ne sostituì una armata di novantanove aculei, che … depose solo quando depose anche la vita. Infatti credeva di non indossare appieno l’abito della serafica sua maestra, senza assumere anche la sua corona di spine.
Imitando i santi anacoreti che nella solitudine dell’eremo ricevettero Cristo Signore, ancora infante, ricercava gli angoli solitari della casa, rifuggendo le sciocchezze delle ragazze, per starsene nascosta con Dio. Grandicella, con rami d’albero, costruì un piccolo oratorio con un piccolo altarino e ad esso, sorgendo dalla mensa e dal letto, correva come ad asilo di preghiera … Come più stretto recesso, non senza lotta, e dopo l’apparizione della Madre di Dio e di Gesù Bambino, ottenne finalmente una celletta, di cinque piedi di lunghezza e quattro di altezza, nell’estremo angolo del giardino, dove non solo lavorare, ma soprattutto stare in spiritual raccoglimento e appassionata contemplazione, tanto godendo di quello spazio, in quanto bastevole a sé e allo sposo celeste. In questo felice eremo disponeva Dio ascensioni nel suo core, e elevata al di sopra di sé stessa, credeva di stare fuori del suo corpo, più che dentro … Molte zanzare entravano in questa cella anacoretica, né tuttavia nessuna vi fu che mordesse o molestasse Rosa … ella anzi incitava queste bestiole a cantare le lodi di Dio col loro ronzio e mirabilmente le dirigeva, talché si poteva credere che Rosa stesse in un riservato stato di innocenza e che dimorasse in quell’eremo come nel paradiso … Amava in maniera singolare la recita del Rosario della Vergine con annessa la meditazione dei misteri, come l’aveva istituito San Domenico … Alternò con un uccellino dalla mirabile voce i cantici e le lodi di Dio per un ora intera e con ordine tale che, cantando l’uccellino la vergine taceva, e cantando la vergine, l’uccellino attentissimo nemmeno pigolava. Offrendo il suo singolare esempio anche le stesse piante insensibili, ripetendo il versetto “Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore”, invitò a lodare e pregare Dio e visibilmente a ciò le piegò, perché le cime degli alberi toccavano la terra e adoravano con rito solenne di venerazione il Creatore. Veramente infatti coloro che sono uniti a Dio, con lui formano un solo spirito e hanno l’obbedienza di tutte le cose …
Che Rosa agisse e fosse agita dallo Spirito di Dio come figlia di Dio, fu costante opinione di tutte coloro che allora in lima era famosi per fama di perfezione e santità, ed essi giudicarono che in essa abbondasse il dono della sapienza e della scienza infusa. Spiegò infatti le difficilissime questioni dell’arco mistero della Santissima Trinità, dell’unione ipostatica del Verbo divino, del santissimo Sacramento dell’altare, della natura della grazia, e altre questioni teologiche, ai teologi che gliele proponevano con concetti e sentenze tanto mirabili e profonde e con parole sue, che tutti lodavano con il nostro Salvatore il Padre onnipotente, Signore del cielo e della terra, che tanto grandi misteri aveva nascosto ai sapienti e ai prudenti, e li aveva rivelati agli umili e ai piccoli.
La vita di questa vergine era più nel cielo che sulla terra … Il Padre celeste fra le delizie spirituali mise alla prova questa sua eletta come l’oro nella fornace, col fuoco delle tentazioni, delle afflizioni, delle persecuzioni e di varie e gravi infermità. Lottava infatti frequentissimamente coi demoni …
Zelò per la casa di Dio la salute delle anime. Amava delle stessa carità il corpo vero di Cristo Signore come quello mistico; ogni volta che volgeva lo sguardo ai monti più interni dell’America meridionale, soffriva fino alle midolla e versava lacrime per la perdizione di quei barbari che popolavano quelle inaccessibili valli innevate. Allo stesso modo piangeva anche tutte le altre nazioni degli infedeli. Esortava i religiosi, in modo particolare i frati del suo Ordine, alla conversione dei Gentili, e per le viscere di Gesù Cristo li supplicava a accingersi a quest’opera.
Ordinò inoltre in lei il Signore la carità per le opere di misericordia corporale, per cui si studiò di aiutare i suoi prossimi. Infatti questa vergine povera, sottraendo a sé stessa il necessario, lo diede largamente ai poveri …
Tutta la speranza di questa santa vergine era in Dio, che l’aveva prevenuta con le benedizioni della sua dolcezza. Per questo frequentissimamente cantava quel versetto di Davide, familiare ai santi padri ed eremiti: “Deus, in adiutorium meum intende, Domine, ad adiuvandum me festina” … Interrogata sul perché l’amasse a preferenza degli altri versetti, rispose che in esso era contenuto tutto il piacere della sua serafica madre; e che le singole sillabe di esso erano ricolme del nutrimento della familiare confidenza in Dio, da non poter trovare cosa più gustosa al suo palato di queste precise parole …
Nei tre giorni prima della felice morte, supplice, con voce flebile, chiese il Viatico e l’estrema unzione. Portatole il convito eucaristico brillò come la corruscante aurora e fu rapita in profondissima estasi. Ciononostante rispose acconciamente e correttamente al sacerdote che le porgeva la santissima ostia e recitava per preghiere di rito. Così, moribonda, ricevette l’olio degli infermi, che sentì animarla più al trionfo che al combattimento. Spesse volte al cospetto degli astanti a chiara voce emise la professione di fede ortodossa, protestando di morire, così com’era vissuta, come figlia della Santa Romana ed Universale Chiesa. Il sacro scapolare del suo Ordine, come vessillo proprio della sua milizia religiosa, con cui la Vergine Madre di Dio aveva insignito il nascente Ordine dei Predicatori, volle vedere steso sulla coperta … Pregava lo sposo perché non cessasse di scaldarla coi suoi squisiti ardori finché non fosse come un frutto maturo e meritevole di essere portato alla sua mensa … Alla fine, affidando il suo spirito nelle mani del Padre, con gli occhi fissi al cielo, dicendo “Gesù, Gesù, Gesù sia con me”, quietissimamente spirò …
Alle esequie convenne un’innumerabile moltitudine di uomini di ogni condizione, pii sodalizi di ogni titolo e i religiosi degli Ordini Medicanti, il collegio metropolitano, il regio senato e con esso tutti i magistrati. Portavano il sacro corpo i canonici della chiesa cattedrale … alle porte della chiesa il suo viso fu visto rutilare … affinché apparisse in essa quello che altra volta era stato detto da Cristo Signore: “La ragazza non è morta, ma dorme”. Da altri fu visto corruscante di luce e splendori il simulacro della Madre di Dio del Santissimo Rosario … Dappertutto l’ampia chiesa risuonava di voci incessanti che acclamavano Rosa santa e beata, fino a che il sacro deposito fu affidato al sepolcro …
Poco dopo, per le istantissime richieste dei primi magistrati della città, quel sacro corpo, fu estratto per decreto dell’Arcivescovo di Lima perché fosse trasferito in un luogo più degno, e fu trovato incorrotto e spirante quel medesimo celeste odore di quando per la prima volta fu seppellito … Dio onnipotente volle mostrare con i segni più grandi quale sublime grado di gloria Rosa abbia nei cieli … Insigni furono le conversioni dei peccatori ottenute da Dio dalle preghiere di questa vergine. Al solo contatto col virgineo corpo esposto nel feretro, moltissimi furono colpiti da un improvviso stimolo di compunzione che immediatamente a gran voce detestarono i loro peccati, prorompendo in una lacrimosa confessione dei crimini, alla presenza di una grandissima folla …
Oltre ai benefici spirituali, si narra di molti altri e insigni miracolo nella guarigione dei corpi, per i quali sovrabbondantemente fu data prova della santità e dei meriti di questa vergine.
Corruscante per tutto il mondo in virtù dei moltissimi miracoli la santità di Rosa, poiché l’esigevano i meriti di lei, la felice memoria di Clemente IX, Nostro predecessore, acconsentì a che questa serva di Dio ovunque fosse chiamata Beata e, celebrata con solenne rito la sua beatificazione, con l’apostolica autorità la decretò e dichiarò patrona principalissima della città di Lima e del regno del Perù, comandando che la sua festa fosse dagli abitanti di quel paese considerata di precetto e che il suo nome fosse inserito nel Martirologio Romano. Noi, vedendola devotissimamente onorata col solenne plauso dei popoli in tutto il mondo, estendemmo il patronato a tutte le province, regni, isole e regioni di terraferma di tutta l’America, delle Filippine e delle Indie …
Quando poi non mancò più nulla a ciò che era necessario per la sacrosanta funzione della canonizzazione della diletta sposa di Cristo Signore, Rosa, seguendo dei santi Padri, i decreti dei sacri canoni, la consuetudine della Santa Romana Chiesa … reputammo giusto e doveroso che la Beata, che lo stesso Signore di giorno in giorno sempre più rende gloriosa dal cielo, anche noi glorifichiamo sulla terra.
Pertanto annuimmo a che nella giornata odierna pubblicamente nella Sacrosanta Basilica del Principe degli Apostoli, offerto il sacrificio della messa, si celebrasse la sua canonizzazione. Lo stesso giorno, scendemmo nella suddetta Sacrosanta Basilica Vaticana, solennemente coi Cardinali di Santa Romana Chiesa, i Patriarchi, gli Arcivescovi e Vescovi, i diletti Prelati della Curia Romana, gli officiali e i familiari nostri, il clero secolare e regolare e con gran concorso di popolo. Furono fatte le tre petizioni per la canonizzazione dal diletto figlio Ludovico Portocarrero, cardinale del titolo di Santa Sabina; e dopo cantati i sacri inni, le litanie e le altre preghiere, fu implorata la grazia dello Spirito Santo.
A onore della santa e individua Trinità, ad esaltazione della fede cattolica, con l’autorità di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, dei beati Apostoli e Nostra, dopo esserci consigliati coi venerabili fratelli Nostri i Cardinali di Santa Romana Chiesa, i Patriarchi, gli Arcivescovi e Vescovi della Curia Romana, ricevuto l’unanime consenso, abbiamo definito che la beata Rosa di Santa Maria, vergine di Lima, di cui consta pienamente la sincerità della fede e l’eccellenza dei miracoli, è santa; e abbiamo decretato sia ascritta al catalogo delle sante vergini – come a tenore della presente definiamo, decretiamo e ascriviamo – stabilendo doversi celebrare dalla Chiesa universale la sua memoria ogni anno il 30 di agosto, In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen …
Con tutta umiltà dunque per tanto grande e insigne beneficio benediciamo e glorifichiamo Dio Padre onnipotente, al quale va nei secoli dei secoli la benedizione, l’onore, la gloria e la potestà, supplicandolo che, per l’intercessione della sua eletta, non guardando ai nostri peccati abbia misericordia di noi, a cui ha mostrato misericordia in mezzo al suo tempio, nell’averci donato questo nuovo propugnacolo di tutta l’America contro le antiche insidie del diavolo e contro gli errori dell’infedeltà; e nell’aver concesso a tutti presso la sua sua divina maestà una protettrice e avvocata per la tranquillità della Santa Chiesa, l’incremento della fede cattolica, e l’illuminazione e conversione degli infedeli …
Dato a Roma, presso San Pietro, l’anno dall’Incarnazione del Signore 1671, il 12 aprile, primo del Nostro Pontificato.
CLEMENTE
VESCOVO DELLA CHIESA CATTOLICA.
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