Uno spettro si aggira per la Chiesa: lo spettro del “neo-pelagianesimo”. Bergoglio ammonisce contro di esso in ogni occasione possibile ed immaginale e lo imputa a molti “gruppi” ecclesiali fra cui i cosiddetti tradizionalisti.
Ma che cos’è questo “neo-pelagianesimo”?
Ce lo dice un vecchio articolo pubblicato 4 gennaio 1896 da La Civiltà Cattolica, che, nei suoi punti salienti, riportiamo di seguito.
Abbiamo avuto il curioso fenomeno di un antichissimo errore risuscitato, e questo errore è nulla meno che il pelagianismo, la cui riapparizione in mezzo ad una certa classe di persone viene per celia chiamata in America il «neo-pelagianismo». Consiste esso nel bandire, predicare, stampare e declamare in conferenze la bontà, la probità, la purezza, la santità di gente che vive lungi dal grembo della Chiesa cattolica, sola Arca di salvezza ed unica depositaria dei mezzi che producono la virtù soprannaturale. Questo neo-pelagianismo ha fatto capolino un po’ dappertutto; ma non è stato mai così eloquente come nell’indirizzarsi agli acattolici, nello scrivere sulle loro riviste, e nell’accettarne l’offerto amplesso di fratellanza. I suoi cultori cantavano nei loro lirismi, facendo vibrare le corde più sensibili, esserci dappertutto del buono e del cattivo pur dappertutto, alludendo chiaramente alla Chiesa Cattolica … Vengo perciò al secondo ramo del neo-pelagianismo. Questo si veste di teologico manto, e, mosso da zelo «per il regno della verità e della carità fra gli uomini», perora in favore di un «amichevole e fraterno raffronto delle convinzioni religiose», dappoiché «le persone ragionevoli non possono in altra guisa venire ad un accordo circa le verità sovrane, che sono il fondamento di ogni religione». Egli è perciò che questo nuovo sistema di dottrina teologica acclama il disegno di un Parlamento delle Religioni «quasi una superna ispirazione».
Insomma il vero “neo-pelagianesimo” è quella dottrina e quella pratica che sulla scia dei documenti conciliari hanno portato ai grandi raduni ecumenici e interreligiosi di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, i quali ricadono sotto le condanne specifiche di Leone XIII [1] e Pio XI (cfr. Mortalium animos).
Pertanto l’accusa di “neo-pelagianesimo” ricade su chi la scaglia.
[1] L’articolo di Civiltà fece seguito a un Breve di Leone XIII contro il Congresso delle Religioni di Chicago del 1895.



Seguite Radio Spada su:
- Telegram: https://t.me/Radiospada;
- Gloria.tv: https://gloria.tv/Radio%20Spada;
- Instagram: https://instagram.com/radiospada;
- Twitter: https://twitter.com/RadioSpada;
- YouTube: https://youtube.com/user/radiospada;
- Facebook: https://facebook.com/radiospadasocial;
- VK: https://vk.com/radiospada.
Ultimi commenti