Alcuni passi dei Moralia in Iob di san Gregorio Magno.

La sacra Scrittura ci è posta davanti agli occhi dell’anima come uno specchio, affinché possiamo contemplarvi la nostra fisionomia interiore. Ivi infatti noi vediamo quanto in noi c’è di brutto o di bello, ivi riconosciamo quale è il nostro avanzamento o quanto siamo lontani dal progredire. Narrandoci poi le gesta dei Santi, essa eccita i nostri cuori infermi alla loro imitazione; e col racconto delle loro illustri azioni, fortifica la nostra debolezza contro gli assalti dei vizi: e così avviene che l’anima nostra tanto meno tremi nei suoi combattimenti, quanto più si vede posti dinanzi, nelle sue pagine, trionfi di tanti uomini forti.

E non sola essa ci ricorda le loro virtù, ma talvolta ci scopre anche i loro falli; mostrando, nella vittoria dei forti, ciò che dobbiamo imitare e ricopiare, e nelle cadute ciò che dobbiamo temere. Così essa ci presenta Giobbe reso grande dalla prova, David invece abbattuto dalla tentazione; affinché la virtù dei primi animi fa nostra speranza, e la caduta dei secondi ci faccia ricorrere alle precauzioni dell’umiltà: così che se il primo esempio ci solleva nella gioia, il secondo ci trattenga nel timore; e l’anima nostra ammaestrata, ne ritragga o la confidenza della speranza, o l’umiltà della diffidenza, né inorgoglisca per temerità, perché sotto l’impero del timore; né disperi sotto l’incubo del timore, essendo confortata alla fiducia della speranza dall’esempio della virtù.

«C’era nella terra di Us un uomo di nome Giobbe». Ci si dice ove abitava il sant’uomo, per far risaltare il merito della sua virtù. Infatti chi non lo sa che Us è un paese di Gentili? Ora la Gentilità, avendo perduta la conoscenza del suo Creatore, si trovava immersa nei vizi. Dicendoci dunque dove abitava, si vuol far comprendere ridondare a sua maggior lode l’essersi conservato buono in mezzo ai cattivi. Perché non è poi gran merito l’essere buono tra i buoni, ma sì l’essere buono tra i cattivi. E come è maggior colpa non essere buono coi buoni; così non c’è maggior gloria che mantenersi buono anche tra i cattivi.



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