Un brano di Arnaldo di Bonneval, monaco cistercense del XII secolo amico di san Bernardo, sui dolori di Maria Santissima e sul loro valore corredentivo.
«In questo tabernacolo si possono scorgere due altari; uno nel petto di Maria, l’altro nel corpo di Gesù. Gesù Cristo immolava la propria carne, Maria la propria anima, e ben desiderava di aggiungere al sangue dell’anima anche quello del corpo, ed alzate le mani alla croce di celebrare insieme al suo Figlio il sacrificio della sera, e col Signore Gesù consumare nella morte del corpo il mistero della nostra redenzione. Ma era un privilegio riservato al solo Sommo Sacerdote quello di portare entro il santuario l’offerta del sangue, senza che altri potesse parteciparvi. Nella riparazione umana l’autorità del Sacerdote Sommo Gesù non poté essere comunicata a nessuno né tra gli angeli, né tra gli uomini. Tuttavia l’amore molto cooperò in una sua speciale maniera a render Dio propizio inverso agli uomini; poiché la carità di Cristo presentava al Padre i desideri della Madre, che erano poi anche i desideri suoi, ed il Padre li esaudiva. Il Padre amava il Figlio, ed il Figlio il Padre, mentre la madre ardeva di amore per l’uno e per l’altro, di modo che una sola e medesima cosa era quella voluta per diverse ragioni; quella a cui miravano il Padre buono, il Figlio pio, e la Madre santa; quella che elaborava in comune l’affetto, mentre si abbracciavano mutuamente la pietà, la carità e la bontà, supplicando la madre, interpellando il Figlio, mostrandosi propizio il Padre. Il Figlio guardava al petto ed al seno della madre, il Padre alla croce ed alle ferite del Figlio»

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fonte immagine beweb.chiesacattolica.it
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