Nota di RS: continua graditissima la collaborazione del giovane Emanuele Dodeci tra gli scrittori di Radio Spada (Piergiorgio Seveso, presidente SQE di RS)

di Emanuele Dodeci

La Vergine e martire Agata, nel processo che l’avrebbe portata alla condanna e al martirio per amputazione dei seni, diceva a Quinziano “la vera e massima libertà sta qui: nell’essere servi di Cristo”.

Così fu per Rosalia, figlia del casato nobilissimo dei Sinibaldi, imparentata con Ruggero II d’Altavilla, damigella d’onore della regina Sibilla di Borgogna, figlia del signore di Quisquina, donna di grande spessore, desiderata in sposa dai più ricchi e nobili signori dell’isola, non solo per la grande ricchezza e nobiltà ma anche per l’ineguagliabile bellezza.

Ma a Rosalia non interessava sposarsi o avere le ricchezze terrene ma restare in intimità con Dio e consacrare a Lui la sua vita quale vergine, e perciò rifiutava spesso i numerosi pretendenti e si ritirava in preghiera.

Ma il Re promise la vergine in sposa al principe Galbino in segno di riconoscenza per avergli salvato la vita.

Il giorno prima delle nozze la santa quindicenne vide riflesso in uno specchio l’immagine del S.S. Salvatore cui era dedicata una chiesa molto vicina alla sua casa, ella allora si taglio le treccie dorate e al mattino abbandonò il palazzo trovando asilo proprio in quella chiesa, ma pressata dalle continue visite del re e dei genitori si ritirò in una grotta in solitudine nei possedimenti del padre, dove vivrà per 12 anni.

Scoperta dal padre, si incamminò alla volta di Palermo dove visse tutto il resto della sua vita sul famoso Monte Pellegrino.

A Monte Pellegrino Rosalia si ricongiunse con la madre e insieme vissero una vita di preghiera e grandi penitenze e alla morte di questa scavando una fossa per seppellirla, trovò le ossa di un altra grande santa e martire, S.Oliva.

Morì a 40 anni nel 1160, la sua vita si riassume nelle parole di quell’altra santa siciliana, Agata.

Infatti Rosalia non si curò affatto della nobiltà terrena, della parentela con il re, di una vita agiata da principessa in palazzi d’oro,con un marito che la amava e non gli avrebbe fatto mancare nulla, e forse era…ed è…il sogno di tutte le ragazze d’oggi, ma a lei importava la vera nobiltà, essere serva di Cristo, per questo la nostra santa lasciò tutto, perché abbandonando quelle ricchezze di cui godeva, ne avrebbe trovate altre ben più grandi.

Le sue ossa furono ritrovate nel 1625 sotto il pontificato di Urbano VIII da un contadino, furono prese e portate in processione per tutta la città di Palermo, al passaggio di queste tutti gli appestati (si stava diffondendo infatti una grave peste legata al trasporto del grano) miracolosamente erano sanati, da quell’evento miracoloso nacque il festino di Santa Rosalia, che vede le ossa della Santa girare per la città di Palermo il 15 luglio di ogni anno.

Concludendo questo breve racconto, che dedico a tutte le ragazze d’oggi, mi unisco al grido di tutti i palermitani, invitando gli amici radiospadisti a dire con me:

W PALERMO E SANTA ROSALIA!

Fonte immagine: palermoviva.it

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