Volentieri presentiamo ai lettori questo ultile estratto di Federico II, gli arabi e l’Oriente, l’Inquisizione medievale, volume VI della Storia universale della Chiesa:
Allora sorse a capo della setta Fra Dolcino, che n’era socio fino dal 1291, uomo pieno d’ingegno e di fanatismo. Da Trento, ove si era rifugiato, egli menò seco una certa Margherita come sua sorella spirituale. La sua scienza poi si stendeva fino a leggere il nuovo Testamento in latino e ne aveva una buona parte a memoria. Egli andava errando per l’Italia a propagare la sua setta; fuggiva da una città all’altra e ben tre volte ingannando i suoi giudici, trovò modo di scampare alla prigione: in caso di necessità egli riteneva lecita la menzogna.
Dolcino distingueva quattro età: 1) l’età dei Padri dell’antico Testamento; 2) l’età di Cristo e degli Apostoli; 3) l’età di Costantino e di Silvestro, nella quale, massime dal tempo di Carlo Magno, la cupidigia e le ricchezze si insinuarono nella Chiesa e i santi Benedetto, Francesco e Domenico si provarono a riformarla; 4) in fine l’età che principiava da Fra Gerardo, nella quale doveva trionfare la virtù e la povertà perfetta, con escludere anche il possedere case o portar via ciò che si fosse mendicato. Egli ricercava da tutti i chierici somma povertà; sosteneva, gli apostolici avere da Dio la missione di ristabilire la Chiesa, che al tutto era tralignata; necessaria essere l’interpretazione della Scrittura alla lettera, e imminente il giudizio di Dio nella Chiesa decaduta; ma gli convenne più volte allungare il termine, che aveva di anzi preannunziato.
Dall’Italia rifugiatosi in Dalmazia, scrisse quindi varie lettere ai fratelli dispersi e fondò anche una piccola comunità. Indi ritornato nel 1304 in Italia, disseminò nel Novarese la sua setta e si trincerò, con un seguito di duemila uomini e donne, sopra di un monte inaccessibile. Di qui i settari si procacciavano da che vivere con le rapine, il saccheggio e le uccisioni: essi introdussero persino la comunanza dei beni e forse anche delle donne. Finalmente il vescovo Rainero di Vercelli li richiamò all’ubbidienza; e tornato ciò inutile, mosse contro di loro una crociata. Due anni durò la guerra, e in essa Dolcino diede mostra pure d’ingegno strategico. Ma infine nel 1307 il monte fu espugnato: molti dei settari uccisi, altri fatti prigionieri: Dolcino messo a morte fra i tormenti, la sua Margherita bruciata viva. Essi non avevano ritrattato i loro errori. Alcuni resti della setta si mantennero ancora gran tempo, aspettando l’adempimento della profezia di Dolcino intorno al suo ritorno.
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