O Gesù, non è spenta l’eco della parola, con cui la scarsità degli operai Voi mettevate a raffronto dell’immensità di un a messe: messis quidem multa, operarii autem pauci. Già sono scorsi tre secoli dacché l’Apostolica Sede ha provveduto in maniera ordinata e costante all’evangelizzazione degli infedeli. Molti frutti ha raccolto lo zelo dei missionarii inviati dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide: è stato seme di cristiani il sangue versato da quel generoso atleta [S. Fedele da Sigmaringa] che, or sono pur e tre secoli, segnava le primizie dei martiri della stessa Sacra Congregazione. Ma nondimeno, quanti popoli sono ancora avvolti nelle tenebre dell’ignoranza! quante genti siedono ancora fra l’ombre di morte! Oh! come è doloroso paragonare il numero dei credenti a quello più grande degli infedeli! Un tale paragone mentre ci fa apprezzare meglio l’ammirabile lume della Fede da cui noi siamo guidati nel terrestre pellegrinaggio, ravviva insieme nell’animo nostro il ricordo di quelle altre divine parole: «Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai alla sua messe»: Rogate ergo dominum messis ut mittat operarios in messem suam. Voi, o Signore, siete il padrone della messe, in cui è raffigurata la moltitudine degli uomini. A voi dunque domandiamo di moltiplicare il numero di missionarii, di accrescerne lo zelo e di benedirne le fatiche, affinché il buon seme della divina parola dia frutti abbondanti, da raccogliere nei celesti granai. Esaudite, o Signore, questa preghiera a noi suggerita dai desiderio di vedere esteso il vostro santo regno. E, poiché più dal cuore che dal labbro ci esce ogni giorno la bella aspirazione: adveniat regnum tuum; date a noi fermezza e costanza nel proposito che pur vi presentiamo, di concorrere in ogni miglior modo possibile, e secondo la misura delle nostre forze, a favorire l’opera della Propagazione della Fede.
Concediamo a tutti i fedeli, per ogni volta che reciteranno la presente preghiera, l’indulgenza di 300 giorni, e a quelli che l’avranno recitata ogni giorno, la Plenaria una volta al mese alle consuete condizioni.
Dal Vaticano, 17 novembre 1921.
BENEDICTUS PP. XV
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