di Luca Fumagalli

Prima di iniziare, per chi si fosse perso la prima puntata della rubrica: QUI

Il X secolo in Inghilterra fu benedetto dalla presenza di San Dunstano (Dunstan), arcivescovo di Canterbury e primate del regno. A lui si deve un’efficace riforma della vita monastica e diocesana che, stando a Hilaire Belloc, ispirò un secolo dopo San Gregorio VII.

Sul versante politico, dopo il devoto re Canuto, al trono salì Sant’Edoardo il Confessore, che regnò fino al 1066, l’anno della conquista normanna. Il suo progetto più ambizioso fu indubbiamente la fondazione della Westminster Abbey, dove ancora oggi si incoronano i re e le regine d’Inghilterra. Dopo la morte divenne per un certo periodo patrono della nazione, almeno fino a quando i crociati, di ritorno dalla Terra Santa, presero a diffondere il culto di San Giorgio, il santo guerriero, che finì per soppiantarlo.

Questi sono anche gli anni in cui nel Norfolk una vedova venne benedetta dalla visione della Madonna. Walsingham, il luogo del miracolo, divenne da allora una delle più importanti mete di pellegrinaggio non solo del paese ma di tutta la cristianità.

Con l’avvento di Guglielmo il Conquistatore, la Chiesa inglese dovette resistere al tentativo del sovrano di sottometterla alla propria volontà. Una simile politica fu portata avanti dai suoi successori, ma tutto questo non ebbe la minima influenza sulla fioritura spirituale dell’isola. Nel XII secolo venne addirittura eletto quello che ad oggi è l’unico Papa inglese della storia, ovvero Adriano IV, al secolo Nicholas Breakspear.

Nel 1170 il vile assassinio di Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, da parte di alcuni tirapiedi di Enrico II ebbe come effetto imprevisto quello di stroncare definitivamente ogni movimento di opposizione all’autorità della Chiesa. Il sovrano si trovò di conseguenza in una situazione difficile, costretto a fare i conti con una posizione precaria che lasciò in eredità, per così dire, ai suoi successori.

Non a caso, poco tempo dopo, Giovanni Senzaterra fu obbligato a firmare la Magna Carta, limitando così il potere della monarchia e gettando le basi del sistema legale inglese. L’arcivescovo Langton, oltre ad aver collaborato alla stesura del documento, fu il primo testimone a firmarlo. Il suo ruolo fu così importante che il filosofo politico Ernest Barker l’ha definito «il padre della libertà inglese».

Il XIII secolo – in cui, tra l’altro, San Simone (Simon) Stock ricevette dalla Madonna ad Aylsford, nel Kent, il famoso scapolare – è quello che, più di altri, ha contribuito alla creazione del mito della “Merry England”, tanto caro a diversi intellettuali cattolici del Novecento tra cui Chesterton, Belloc e Tolkien. Si tratta di un’epoca in cui la Chiesa rivestì un ruolo determinante nella vita quotidiana del popolo, educando i bambini, aiutando i poveri e prendendosi cura dei malati.

In tal modo venne aperta la via al secolo successivo, quello di Chaucer e dei mystery plays, in cui la lingua inglese ritornò a prendere piede dopo che per tre secoli, a causa dei normanni, era stata esclusa dagli affari di corte. Fu un’epoca di santi – come, ad esempio, San Giovanni (John) di Bridlington e la mistica Giuliana (Julian) di Norwich – ma vi furono pure certi “cortocircuiti”, a dimostrazione di una malcelata fragilità del sistema ecclesiastico. Emblematico, in tal senso, è il caso di un precursore della Rivoluzione protestante come John Wycliffe, scacciato dall’università di Oxford per i suoi reiterati attacchi al papato, al sacerdozio e alla vita religiosa. Se i suoi seguaci, conosciuti col nome di lollardi, ebbero scarso seguito, fu dovuto solamente alla cultura cattolica della gente.     

La grande devozione degli inglesi a Maria, la madre di Dio, era testimoniata al tempo dalla presenza di svariati santuari in tutto il paese, quasi tutti successivamente abbattuti della furia puritana. Secondo la tradizione fu proprio allora che Riccardo II volle dedicare l’Inghilterra alla Madonna, definendola «la dote di Nostra Signora» (il titolo era probabilmente già in uso da tempo, connesso in qualche modo col santuario di Walsingham).

Dopo la terribile disfatta nella Guerra dei cent’anni e il conflitto civile che coinvolse il paese per un trentennio, nel 1485 divenne re Enrico VII, il primo della dinastia Tudor. Durante il suo regno le cose sembravano procedere come sempre: con l’invenzione della stampa erano moltiplicati i libri devozionali, le confraternite religiose prosperavano e ogni villaggio aveva nella chiesa parrocchiale il naturale punto di riferimento. Per di più i circoli che si erano formati attorno a personalità del calibro di John Fisher, John Colet e Thomas More avevano dato nuovo impulso allo studio dei classici greci e latini, cercando di rinsaldare tra l’altro il prezioso connubio tra Fede e ragione.

Tuttavia gli eventi erano destinati a prendere una piega tanto imprevedibile quanto terribile …

Gli appunti sulla storia dell’Inghilterra cattolica continuano nella prossima puntata


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