Volentieri offriamo ai lettori questo prezioso estratto del capolavoro Il Governo di sé stesso, di Padre Antonino Eymieu.


Bisogna formulare il proprio ideale in una formola purissima, chiarissima, vibrante, in un motto.

«Dio lo vuole»! Che cos’era questo grido per i Crociati? Tre parole: ma tre parole che evocavano il discorso di Pietro l’Eremita e, più tardi, tutti i ricordi delle prime crociate e tutte le loro esperienze personali; e le tre parole infondevano nelle loro anime sufficiente forza per trasportarle, attraverso tutti i sacrifici, all’altro capo del mondo.

Qual era la divisa dei cavalieri antichi, sul blasone? Poche parole che evocavano tutte le lezioni della razza, tutta la grandezza dell’eredità e della loro missione, tutti i racconti dei trovatori, tutte le mille emozioni della gioventù, tutta la fierezza, tutti gli slanci e tutte le speranze della loro anima. Tutte queste idee ondeggiavano vaghissime nel loro spirito: per precisarle sarebbero stati necessari molti discorsi e lunghe riflessioni; il motto surrogava tutto, perché, filtrando attraverso tutti gli spiragli dell’anima, attraverso i sentieri abituali, vi ridestava d’un colpo tutti gli echi addormentati. Schierava così in battaglia, per dir così, tutte le energie ataviche e individuali, per il dovere del momento e alzava le anime fino all’eroismo. Il mancare ad esso era un tralignare.

Bisogna che noi scegliamo una divisa che vibri in noi come quella dei cavalieri e che, in due o tre parole, evochi tutto il nostro ideale, come il nostro ideale evoca e fonde tutte le nostre disperse energie. I filosofi discutono molto per sapere se è possibile pensare senza immagini verbali: ma di fatto il pensiero è meno lucido e meno vivo quando non si traduce in vocaboli, e quando questi sono incisivi, sonori, bene scelti per definire e abbracciare il pensiero, quando sono spesso ripetuti, ad anima piena, con lo spirito nella luce e il cuore nella commozione, assumono, per associazione d’idee, un magico potere di evocazione. Ora il motto racchiude l’altro vantaggio di poter essere spesso ripetuto. E occorre ripeterlo spesso, spessissimo, intenzionalmente, finché sia contratta l’abitudine e questa provochi o rafforzi, mediante la ripetizione spontanea dei vocaboli, la permanenza dell’idea. Esprimere l’ideale in un motto, imporsene la ripetizione per un determinato numero di volte, è dunque il primo mezzo, quello che mira a favorire la permanenza dell’idea.

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Immagine: Jesús Serna, CC BY-SA 2.5 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5, via Wikimedia Commons