Estratto dal discorso agli sposi del 19 luglio 1939, in Pio XII agli sposi, 1942.

La pace, fonte di vera felicità, non può venire che da Dio, non può trovarsi che in Dio: « O Signore, tu ci hai fatti per Te e il nostro cuore è inquieto finché non riposi in Te». Per questo la quiete assoluta, la felicità completa e perfetta non si avrà che in Cielo nella visione della divina essenza. Ma anche durante la vita terrena, la condizione fondamentale della pace vera e della sana letizia è la dipendenza amorosa e filiale dalla volontà di Dio: tutto ciò che indebolisce, che rompe, che spezza questa conformità e unione di volontà, è in opposizione colla pace: prima di tutto e sopra tutto il peccato.

Il peccato è rottura e disunione, disordine e turbamento, rimorso e timore, e coloro che resistono alla volontà di Dio non hanno, non possono avere la pace: « Quis resistit Ei et pacem habuit? » (Job. 9, 4), mentre la pace è la felice eredità di quelli che osservano la legge di Dio: « Pax multa diligentibus legem Tuam » (Ps. 118, 165). Sopra questa base solidamente stabilita, gli sposi cristiani, i genitori cristiani trovano il principio generatore di felicità e il sostegno della pace nella famiglia.

La famiglia cristiana infatti, rifuggendo dall’egoismo e dalla ricerca delle proprie soddisfazioni, è tutta impregnata di amore e di carità; e allora, si dileguino pure le fugaci attrattive dei sensi, cadano pure appassiti l’uno dopo l’altro i fiori della giovanile bellezza, svaniscano pure i fallaci fantasmi dell’immaginazione: rimarrà sempre negli sposi tra loro, nei figli verso i genitori, saldo il vincolo dei cuori, resterà immutato l’amore, il grande animatore di tutta la vita domestica e con esso la felicità e la pace.

GUAI AI PROFANATORI!
Chi invece il sacro rito delle nozze cristiane stima una semplice cerimonia esteriore da osservarsi per seguire una consuetudine, chi vi apporta un’anima in disgrazia di Dio, profanando così il Sacramento di Cristo, inaridisce la sorgente di grazie soprannaturali, che nel disegno mirabile della Provvidenza sono destinate a fecondare il giardino della famiglia e a farvi germogliare insieme ai fiori delle virtù i frutti della vera pace e della gioia più pura.
Famiglie inaugurate nella colpa, alla prima bufera daranno negli scogli, ovvero andranno, come nave abbandonata in balia delle onde, alla deriva di dottrine che nella proclamata libertà o licenza, preparano il più duro servaggio. I profanatori della famiglia non avranno pace; solo la famiglia cristiana, ossequente alla legge del Creatore e del Redentore, aiutata dalla grazia, è garanzia di pace.

Ecco, o dilettissimi sposi novelli, la portata dell’augurio paterno che Ci erompe fervido e sincero dal cuore: pace con Dio nella dipendenza della Sua Volontà, pace con gli uomini nell’amore della verità, pace con se stessi nella vittoria delle passioni: triplice pace che è la sola vera felicità di cui è possibile godere durante il pellegrinaggio terreno. Auspicio di tanto bene sia la paterna benedizione, che di tutto cuore vi impartiamo.

Foto di StockSnap da Pixabay


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