Scrive il grande e dotto Pontefice Benedetto XIV nella lettera Allatae sunt del 26 luglio 1755 scrive: “Diremo liberamente che i Pontefici Romani hanno messo ogni assidua cura per sconfiggere le eresie da cui partì lo scisma tra la Chiesa Orientale e Occidentale, e perciò richiesero la detestazione e l’abiura da quegli orientali che domandano di tornare all’unità della Chiesa o da coloro sui quali si deve indagare se veramente appartengono all’unità della Sede Apostolica. Sono due le professioni di fede, la prima delle quali fu prescritta da Gregorio XIII (tomo 2 dell’antico Bollario Romano, n. 33); l’altra fu stabilita da Urbano VIII fra gli Orientali. Ambedue furono stampate dalla tipografia della Congregazione di Propaganda Fide, la prima nel 1623, l’altra nel 1642”. Quest’ultima professione di fede stabilita da Urbano VIII la offriamo al lettore tradotta dall’originale latino.

In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

1. Io … con ferma fede credo e professo tutti e singolarmente gli articoli contenuti nel Simbolo della Fede di cui fa uso la Santa Romana Chiesa e cioè:
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e da la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

2. Riconosco ed accetto i concili ecumenici, come seguono.
Riconosco ed accetto il primo Concilio di Nicea e confesso quello che in esso fu condannato e definito contro Ario: che cioè il Signore Gesù Cristo è Figlio di Dio, nato dal Padre, unigenito, nato cioè dalla sostanza del Padre, non creato, consustanziale al Padre; e che sono empie quelle dottrine che furono giustamente condannate in quel Concilio.

3. Riconosco ed accetto il primo Concilio di Costantinopoli, secondo nella serie degli ecumenici, e confesso tutto quanto in esso fu definito contro la dannata memoria di Macedonio: che cioè lo Spirito Santo non è servo, ma Signore; che non è creatura, ma Dio; che ha in comune con il Padre ed il Figlio un’unica divinità.

4. Riconosco e accetto il primo Concilio di Efeso, terzo nella serie degli ecumenici, e confesso quanto in esso fu definito contro la dannata memoria di Nestorio: che cioè la divinità e l’umanità sono in maniera ineffabile ed incomprensibile unite nell’unica persona del Figlio di Dio, Gesù Cristo; e che per tal ragione la beatissima Vergine è veramente Madre di Dio.

5. Riconosco ed accetto il Concilio di Calcedonia, quarto nella serie degli ecumenici, e confesso quanto in esso fu definito contro Eutiche e Dioscoro, entrambi di dannata memoria: che cioè vi è un solo e medesimo Figlio di Dio: il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità; vero Dio e vero uomo; composto di anima razionale e di corpo; consostanziale al Padre per la divinità e consostanziale a noi per l’umanità; simile in tutto a noi, fuorché nel peccato; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e generato in questi ultimi tempi per noi e per la nostra salvezza da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l’umanità; uno e medesimo Cristo Signore Unigenito; da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, non essendo venuta meno la differenza delle nature a causa della loro unione, ma essendo stata, anzi, salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; Egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo Figlio, Unigenito, Dio, Verbo e Signore Gesù Cristo.

6. E ancora credo che la divinità del medesimo nostro Signore Gesù Cristo, conforme all’essere consustanziale al Padre e allo Spirito Santo, è impassibile e immortale; che lo stesso è stato crocifisso ed è morto, secondo la carne, come fu definito nel detto Concilio e nell’Epistola del Romano Pontefice san Leone, per la cui bocca, secondo l’acclamazione di quei padri conciliari, parLò il beato apostolo Pietro. Con questa definizione si condanna quell’eresia di coloro che al Trisagio consegnato dagli Angeli: “Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi” aggiungevano “Che sei stato crocifisso per noi” e pertanto asserivano essere passibile e mortale la natura divina delle tre persone.

7. Riconosco ed accetto il secondo Concilio di Costantinopoli, quinto nella serie degli ecumenici, in cui fu rinnovata la definizione del Concilio di Calcedonia.

8. Riconosco ed accetto il terzo Concilio di Costantinopoli, sesto nella serie degli ecumenici, e confesso quanto in esso fu definito contro i Monoteliti: che cioè nell’unico e medesimo nostro Signore Gesù Cristo vi sono due volontà naturali e due operazioni naturali, indivisibilmente, immutabilmente, inseparabilmente e senza confusione; e che la volontà umana non si oppone né resiste, si sottopone, invece, al volere divino e onnipotente.

9. Riconosco ed accetto il secondo Concilio di Nicea, settimo nella serie degli ecumenici, e confesso quanto in essa fu definito contro gli Iconoclasti: che cioè le immagini di Cristo, della Vergine Madre di Dio e degli altri Santi sono da aversi e ritenersi e che sia da impartire loro il dovuto onore e la giusta venerazione.

10. Riconosco ed accetto il quarto Concilio di Costantinopoli, ottavo nella serie degli ecumenici, e confesso che in esso Fozio fu giustamente condannato e sant’Ignazio Patriarca giustamente reintegrato.

11. Riconosco ed accetto tutti gli altri venerabili Concili che sono stati legittimamente celebrati e confermati per l’autorità del Romano Pontefice, in modo speciale il Concilio di Firenze, e professo le cose che in esso sono state definite.

12. Professo cioè che lo Spirito Santo è eternamente dal Padre e dal Figlio e che ha la sua essenza ed il suo essere sussistente allo stesso modo dal Padre e dal Figlio e da entrambi eternamente procede come da un unico principio ed un’unica spirazione.

13. Confesso ancora che l’espressione Filioque è stata lecitamente e ragionevolmente aggiunta al Simbolo per rendere più chiara la verità e per una necessità urgente di quel momento.

14. Confesso parimenti come veramente consacrato il Corpo di Cristo nel pane di frumento, sia azzimo che fermentato, e che i sacerdoti devono consacrare il corpo del Signore usando dell’uno o dell’altro pane, ciascuno secondo il rito della propria Chiesa, sia essa Occidentale o Orientale.

15. Inoltre professo che le anime dei veri penitenti, morti nell’amore di Dio prima di aver soddisfatto con degni frutti di penitenza ciò che hanno commesso o omesso, sono purificate dopo la morte con le pene del purgatorio e che riceveranno un sollievo da queste pene, mediante suffragi dei fedeli viventi, come il sacrificio della messa, le preghiere, le elemosine e le altre pratiche di pietà, che i fedeli sono soliti offrire per gli altri fedeli, secondo le disposizioni della Chiesa. Quanto alle anime di coloro che, dopo il battesimo, non si sono macchiate di nessuna colpa, e anche riguardo a quelle che, dopo aver commesso il peccato, sono state purificate o in questa vita o dopo la loro morte nel modo sopra descritto, esse vengono subito accolte in cielo e vedono chiaramente Dio, uno e trino, come egli è, ma alcune in modo più perfetto di altre, a seconda della diversità dei meriti. Invece, le anime di quelli che muoiono in stato di peccato mortale attuale o con il solo peccato originale, scendono immediatamente all’inferno per essere punite con pene diverse.

16. Professo anche che la Santa Sede Apostolica e il Romano Pontefice hanno il primato su tutto l’universo; che lo stesso Romano Pontefice è il successore del beato Pietro principe degli Apostoli, autentico Vicario di Cristo, Capo di tutta la Chiesa, Padre e Dottore di tutti i cristiani; che nostro signore Gesù Cristo ha trasmesso a lui, nella persona del beato Pietro, il pieno potere di pascere, reggere e governare la Chiesa Universale, come asserisce il medesimo Concilio di Firenze e come è attestato anche negli atti dei Concili Ecumenici e nei sacri canoni.

17. Professo inoltre che che le prescrizioni legali dell’Antico Testamento, cioè le cerimonie, le funzioni sacre, i sacrifici e i sacramenti della Legge di Mosè, dal momento che è venuto il nostro Signore Gesù Cristo, sono cessate e, in seguito all’annunzio del Vangelo, non possono osservarsi senza commettere peccato; e che quella stessa distinzione dell’Antica Legge fra cibi mondi e cibi immondi riguarda le prescrizioni per le cerimonie, superate e annullate con l’annuncio del Vangelo.

18. Professo anche che quella proibizione fatta dagli Apostoli di astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue e dagli animali soffocati conveniva a quei tempi per togliere di mezzo ogni motivo di discordia fra i Giudei e i Gentili, ma, venendo meno il motivo della proibizione, è venuto meno pure il suo effetto.

19. Riconosco ed accetto alla stessa maniera il Concilio di Trento e professo ciò che in esso fu definito e dichiarato, specialmente che nella messa viene offerto a Dio un sacrificio vero, proprio e propiziatorio per i vivi e i defunti; che nel santissimo sacramento dell’Eucaristia c’è veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue assieme all’Anima e alla Divinità di nostro Signore Gesù Cristo; che avviene la conversione di tutta la sostanza del pane in Corpo e di tutta la sostanza del vino in Sangue, la qual conversione la Chiesa Cattolica chiama transustanziazione; che in ciascuna delle due specie ed in ogni parte di esse è contenuto Cristo nella sua totalità.

20. Professo anche che sono sette i veri e propri sacramenti della Nuova Legge istituiti da Gesù Cristo nostro Signore e necessari, sebbene non tutti a tutti, per la salvezza del genere umano, cioè: Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine e Matrimonio; e che infondono la grazia, e che di essi il Battesimo, la Confermazione e l’Ordine non si possono reiterare senza sacrilegio.

21. Professo che il Battesimo è necessario alla salvezza e che pertanto, incombendo il pericolo di morte, debba essere conferito subito senza dilazione; e che, conferito da chiunque e in qualsiasi momento, sia valido ove siano state osservate la debita forma, materia e intenzione.

22. Professo che il sacramento del Matrimonio è un vincolo indissolubile e sebbene in ragione dell’adulterio, dell’eresia, o di altre causa i coniugi possano separarsi quando al talamo e alla coabitazione, tuttavia non è possibile contrarre un altro matrimonio.

23. Professo che le tradizioni apostoliche ed ecclesiastiche debbano essere accettate e venerate.

24. Professo inoltre che da Cristo è stato conferito alla Chiesa il potere delle indulgenze e che il loro uso è della massima utilità al popolo cristiano.

25. Parimenti accetto e professo quanto sul peccato originale, sulla giustificazione, sul canone dei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento e sulla loro interpretazione è stato definito dal Concilio di Trento.

26. Accetto e professo tutte le altre cose che accetta e professa la Santa Romana Chiesa e allo stesso modo tutte le cose contrarie, gli scismi e le eresie da questa Chiesa condannate, rigettate ed anatematizzate, io parimenti le condanno, le rigetto e le anatematizzo.

27. Prometto e giuro vera obbedienza al Romano Pontefice, successore del beato Pietro, Principe degli Apostoli, e Vicario di Gesù Cristo.

28. Io .… prometto, mi impegno e giuro, con l’aiuto di Dio, di mantenere e conservare tenacissimamente integra ed immacolata fino all’ultimo respiro di vita questa stessa vera fede cattolica, fuori della quale nessuno può essere salvo, che ora spontaneamente professo e ammetto con convinzione, e di procurare, per quanto sta in me, che sia ritenuta, insegnata e predicata ai miei soggetti e a coloro di cui mi sarà affidata la cura nel mio ministero: così faccio voto, così prometto e giuro; così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio.



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fonte immagine acistampa.com