del Guelfo Rosa

Questi giorni mi fanno fare gli straordinari. Se ieri ho scritto qualche riga sulla vicenda di Pienza (La Monaca di Pienza. Ovvero: “Qui si parrà la tua nobilitate”) oggi permettetemi di tentare di mettere qualche punto di chiarezza sulla vicenda relativa all’inchiesta della Procura di Bergamo per la gestione dell’emergenza virale nelle prime fasi.

Esponenti di primo piano del governo giallorosso (o persone ad esso collegate, ad esempio figure del CTS), oltre ad amministratori della regione Lombardia, sarebbero sotto accusa per epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio.

Appena uscita la notizia sono partiti i prevedibili riflessi pavloviani: Conte e Speranza cattivi, forza Procura di Bergamo! – Giallorossi brutti, in galera finirete! – Verrà a galla la verità!

Il riflesso pavolviano – o riflesso condizionato – è una sorta di risposta automatica: l’opposto di ciò che non mi piace è buono. Ne abbiamo già parlato diverse volte. Ad esempio: Detesto (correttamente) gli errori bergogliani? Vado in braccio agli scismatici ed eretici “ortodossi”. Questo modo di ragionare è tipicamente rivoluzionario: non esiste una verità cui aderire ma solo qualcosa che non piace da cui fuggire. Il trionfo del soggettivismo (per approfondire a vario titolo: La rivoluzione guardata negli occhi, Magistero Politico, Il liberalismo è peccato).

E così, anche per l’inchiesta di Bergamo, sono stati presi granchi. Cerchiamo dunque di vederci chiaro.

Partiamo da una premessa: la gestione tanto del Governo giallorosso quanto di quello Draghi è sotto gli occhi di tutti coi suoi pastrocchi, colpi di testa, delirii e chi più ne ha più ne metta (sulle follie del periodo ed altri argomenti connessi: L’incenDiario. Cronache della dissoluzione). Ma il punto non è questo.

Equivoco 1. La Procura di Bergamo non sta mettendo sotto accusa le restrizioni o il sistema Green Pass. L’esatto opposto: sta accusando, tra le altre cose, gli esponenti politici di aver chiuso troppo poco: ovvero “la rinuncia a istituire alla fine di febbraio 2020 la zona rossa nei Comuni di Alzano lombardo e Nembro”. Non solo: tra gli addebiti ci sarebbe il “mancato aggiornamento e la mancata attuazione dei piani pandemici a livello nazionale e regionale”.

Equivoco 2. Il giudizio che si può dare sull’attuale classe politica italiana è pessimo, non c’è bisogno di ripeterlo. Ma un momento: la soluzione a una politica debole e deforme è che sia ulteriormente compressa dal potere giudiziario? Sono anni che ne denunciamo l’inefficacia, la sua separazione dalla realtà, il suo ridursi ad un approccio tecnocratico (per approfondire: Cristianesimo, proprietà e Great Reset) e poi tifiamo perché il giudizio sulla stessa sia trasferito alla magistratura? Il disastro politico e il reato non necessariamente coincidono. Attenzione che dalla padella si passa alla brace, anche perché è tutto da vedere come finirà la vicenda.

Occhio gente: la musica è diversa.


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Immagine: Pietro Luca Cassarino, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons