Volentieri presentiamo questo importante estratto de La peste protestante, il Concilio di Trento, la nascita dei Gesuiti (Vol. 9 di Storia Universale della Chiesa). Un curioso parallelo non sfuggirà all’attenzione del lettore.
[…] Nel marzo del 1522 Zuinglio cominciò l’opposizione sua contro l’autorità della Chiesa, affermando dal pulpito essere nulli i precetti ecclesiastici sul digiuno: il che ripeté egli in un proprio scritto, dove si dichiarò pure generalmente contro il merito delle buone opere. Nel medesimo anno poi, di accordo con alcuni suoi colleghi, Zuinglio porse una supplica al vescovo di Costanza, perché nulla si ordinasse contro la predicazione del puro evangelo, e si concedessero legittime nozze agli ecclesiastici. E qui apertamente e senza rigiri Zuinglio e i suoi confessavano «la vita disonorata e vergognosa» che sinora avevano menato con donne, e pretesero, allegando S. Paolo (I Cor. VII, 9), essere loro impossibile la continenza. Il vescovo non vi consentì, anzi si querelò forte presso il consiglio ed il capitolo della città per le novità che quivi cominciavano. Zuinglio rigettava in materia di fede, quasi tirannia, ogni autorità, ch’egli chiamava umana tradizione, concili, decreti pontifici; dichiarava il celibato un’invenzione del diavolo, premeva sul matrimonio dei preti, voleva la comunione sotto ambedue le specie, impugnava il primato e la più parte delle istituzioni della Chiesa. Adriano VI gli scrisse una lettera piena di tenerezza, il 23 gennaio 1523*, ma non fece alcuna impressione sull’anima di quel prete accecato dalla passione[i].[…]
Zuinglio allora, animato dal consiglio della città e sostenuto dai suoi colleghi, Leone di Giuda (Judae), Engelhardt e L. Hetzer, trascorse più innanzi nella sua opera di riforma, si scatenò contro la Messa e le immagini dei Santi, domandò al consiglio la sospensione delle processioni, il seppellimento delle reliquie in luoghi ordinari, l’abolizione dell’Estrema Unzione e delle cerimonie ecclesiastiche ed infine l’istituzione di una censura, la quale composta da Zuinglio, dal suo amico Uttinger e da due consiglieri, non permetteva se non i libri conformi ai sentimenti del riformatore.
Nel 1524 fu pubblicata per tutti i parrochi la «Introduzione alla dottrina evangelica» di Zuinglio. Gli ecclesiastici presero donna, Zuinglio la vedova Anna Reinhard, con la quale era vissuto molti anni dissolutamente. Il riformatore entrando nelle chiese con impiegati, muratori, falegnami, faceva mettere in pezzi altari, immagini, organi. Il canto ecclesiastico soppresso, il culto divino reso monotono e semplice fino al ridicolo[ii]: sopra una tavola usuale si mettevano cestelli di pane e bicchieri con vino: la sola cosa che avesse vita, era la predica, nella quale si citavano bene spesso i testi biblici in ebraico, in greco e in latino, indi si traducevano in tedesco. Ad uso della nuova setta, Leone di Giuda, nel 1525 voltò la traduzione tedesca del Nuovo Testamento di Lutero «nel dialetto e nel sentimento degli Svizzeri»[iii], indi (1526-1529) aiutato da Gaspare Grossman trasportò dall’ebraico l’Antico Testamento; il tutto vide la luce a Zurigo nel 1531. I membri cattolici del consiglio, i quali contradicevano alle novità, dalla maggioranza zuingliana furono cacciati e negata loro ogni facoltà di ritenere l’antico culto cattolico. Ben presto l’intero cantone di Zurigo si trovò riformato secondo la mente di Zuinglio.
La peste protestante, il Concilio di Trento, la nascita dei Gesuiti (Vol. 9 di Storia Universale della Chiesa)
[i] Pallav. 1. c. I, 19, 2; II. 12, 4, 5. Zwinglii Supplicatio, e Apologeticus, Archeteles appellatus, Opp, I. 3.
[ii] Tichler, De indole sacrorum emendationis a Zwingl. instit. rite diudicanda. Traiecti, 1827.
[iii] Kappeler, Die schweizer. Bibelubersetzung neu beleuchtet. Zurich, 1898. La Bibbia fu edita dal Froschauer in Zurigo. Nel 1534 venne anche in luce un catechismo di Leone di Giuda.
*errata corrige: nel testo, per errore, è rimasto “1823”.
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