La prima inscrizion ch’agli occhi occorre,
Con lungo onor Lucrezia Borgia noma,
La cui bellezza et onestà preporre
Debbe all’antiqua la sua patria Roma.

Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, XLII, 83

Santissimo Padre e Beatissimo signor mio.
Con ogni possibile reverenza d’animo bacio i santi piedi di Vostra Beatitudine, e umilmente mi raccomando alla sua santa grazia. Dopo che per una difficile gravidanza ebbi molto sofferto per più di due mesi, partorii, come a Dio piacque, il 14 di questo mese, sul far del giorno, una bambina; e speravo, liberatami col parto, che anche il mio male si dovesse alleviare. Ma è successo il contrario; sicché m’è forza cedere alla natura. E tanto é il dono che il nostro Creatore clementissimo m’ha fatto, che ho coscienza della fine della mia vita, e sento che fra poche ore, avendo però prima ricevuti tutti i Santi Sacramenti della Chiesa, ne sarò fuori. In questo punto come cristiana, benché peccatrice, mi son ricordata di supplicare Vostra Beatitudine che per sua benignità si degni darmi del tesoro spirituale qualche suffragio, dispensando all’anima mia la sua santa benedizione. Di che la prego devotamente. E alla sua santa grazia raccomando il mio consorte e i miei figliuoli, tutti servitori di Vostra Beatitudine.

In Ferrara, il 22 giugno 1519, nella 14.ma ora.

Di Vostra Santità umilissima serva 
Lucrezia d’Este.

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