Nelle solenni funzioni cui prendeva parte, come celebrante o come assistente, il Romano Pontefice tutto era ordine, un ordine che rifletteva quello della gerarchia celeste, per citare il grande papa umanista Pio II Piccolomini: «Si videres aut celebrantem Romanum Pontificem aut divina audientemprofecto instar caelestis hierarchiae diceres Romanam Curiam» [1].
Quest’ordine celestiale non era evidentemente fasto vano, ma esprimeva, attraverso un simbolismo ben costruito attraverso i secoli, qualcosa della fede. La Bellezza infatti, per citare Cristina Campo, è «teologica, è una virtù teologale, la quarta, la segreta, quella che fluisce dall’una all’altra delle tre palesi. Ciò è evidente nel rito, appunto, dove Fede, Speranza e Carità sono ininterrottamente intessute e significate dalla Bellezza» [2].
E le solenni liturgie papali esprimevano qualcosa della fede con riferimento evidentemente all’architrave della teologia cattolica che è il Papato, quell’unica e sublime istituzione per cui un uomo è, per dirla in breve, “vice-Dio”.
Curioso, nell’ambito del simbolismo di cui sopra, è il significato assegnato per esempio al posto dove sedevano i membri di tue tribunali pontifici: gli Uditori della Sacra Rota e i Votanti della Segnatura. Essi sedevano nel penultimo gradino del trono papale. Perché mai? Ce lo spiega Pio XII [3] :

«… Amore di alta stima, che a voi è dovuto per doppio titolo: come sacerdoti del tribunale della giustizia e sacerdoti dell’altare della fede. Non è forse – ed è stato già ben rilevato – itidem nobilissimum sacerdotium (Pio XI, Cost. ap. Ad incrementum decoris, 15 agosto 1934: AAS 26 (1934), p. 497) l’officio di servire alla giustizia e definirla, come pure pensavano i grandi giureconsulti romani? A questo sacerdozio voi vi accostate insigniti dell’alto sacerdozio dell’altare; e, all’altare, nei solenni riti pontifici, voi servite e sedete sul gradino, ai piedi del trono papale, quasi scolte che ripetano al Vicario di Cristo: La giustizia e il giudizio sono la base del tuo soglio: Iustitia et judicium praeparatio sedis tuae (Sal 89, 15). Nei nobili vostri titoli di Prelati Domestici e Familiari del Sommo Pontefice perdura e vive il duplice vostro officio, che a voi i Nostri Predecessori nel volgere dei secoli assegnavano di Cappellani Auditores causarum sacri palatii apostolici, quando l’antica sapienza romana del diritto, illuminata e sorretta dalla fiaccola della giustizia cristiana, uscì dal fervido lavorìo del Medio Evo a rifulgere e a splendere nelle menti intorno al trono pontificio e dalle alte cattedre elevate dai Papi fra le nazioni. … L’universalità che l’affluire di cause da tutte le nazioni della terra dà al Tribunale della Rota Romana, come è gloria della sua sapienza e prudenza, è a un tempo sigillo dell’unità della Chiesa fondata su Pietro, nel cui nome esso amministra la giustizia con quella giurisprudenza autorevole, che tanta lode si acquistò già nel mondo; e le sue sentenze, qualunque parte riguardino, lontana o vicina, bassa od alta, non distinguono di fronte alla verità e alla giustizia fra gli umili e i grandi … Per tal modo in questo Tribunale ordinario il mondo riconosce i responsi dei giureconsulti e le costituzioni dei Cesari uniti coi canoni dei Successori di Pietro; e Roma, madre del diritto, dalle sponde del Tevere ai confini della terra, continua a esserne maestra, insegnando e promuovendo un diritto umano-divino, raggio di quel Verbo divino umanato, il lume del cui volto è segnato sopra la nostra ragione e la cui luce illumina ogni uomo che viene in questo mondo». 

Così un piccolo particolare insegna la natura della Chiesa come societas perfecta, superiore alle altre società che agiscono sulla scena del mondo, dotata di tutti i poteri necessari al suo mantenimento, compreso quello giudiziario, esercitato in modo pieno dal Successore di Pietro, giudice universale.

[1] Ex Apologia ad Martinum Mayer.
[2] C. CAMPO, Sotto falso nome, a cura di M. FARNETTI, II ed., Milano, Adelphi, 1998, pp.
212-215.
[3] Al Collegio degli Uditori, Officiali ed Avvocati della Sacra Romana Rota all’inizio del nuovo anno giuridico (2 ottobre 1939).

Immagine: San Pio X in trono durante una Cappella Papale. Seduti nel penultimo gradino si possono notare gli Uditori di Rota e i Votanti di segnatura in rocchetto e cotta seduti nel penultimo gradino del trono (da commons.wikimedia.org)