Alcuni brani dell’articolo pubblicato oggi su avvenire.it a proposito delle ultime scoperte archeologiche presso il Santo Sepolcro.

Francesca Romana Stasolla, capo della missione che sta scavando nel luogo più sacro della cristianità, spiega gli ultimi ritrovamenti: monete, pavimenti, una balaustra e resti di strade e mura …

Giusto il 27 giugno si sono conclusi i lavori nelle adiacenze dell’Edicola del Santo Sepolcro e in un comunicato diramato il 7 luglio dalla Custodia di Terra Santa la professoressa Stasolla ha dato conto delle conferme e delle principali novità emerse. «I lavori – spiega – hanno consentito di rivenire l’articolazione paleocristiana della sistemazione dell’Edicola. In sostanza abbiamo un’idea più precisa della situazione precedente a Costantino e della seguente monumentalizzazione del Sepolcro. Questo è un dato importante, perché finora c’erano delle ipotesi fondate soprattutto sulle fonti scritte; ora cominciamo ad avere dati archeologici importanti. Al complesso della Rotonda, così come è stato descritto dalla pellegrina Egeria, si arriva in fasi successive, e certamente alla fine del IV secolo».

Un dato confermato anche da un ritrovamento singolare, un «tesoretto» di monete posizionato sotto il livello del pavimento. «Il ripostiglio monetale – prosegue la professoressa Stasolla – ci dà una datazione certa della conclusione dei lavori di questa fase. Come era infatti usanza, al termine degli interventi di cantiere si depositavano come gesto benaugurante delle monete nei muri o sotto il pavimento. La più recente porta la data del 378 d.C. Ecco perché possiamo dire che Egeria, quando arriva a Gerusalemme, descrive il Sepolcro a pochi anni dalla conclusione dei lavori della Rotonda».

Dato che questa fase degli scavi ha interessato soprattutto l’area attorno all’Edicola, viene da chiedere quali sono i principali ritrovamenti e le novità. «Sono emersi resti della base della balaustra della recinzione liturgica cinquecentesca, rimasta in uso fino ai rifacimenti ottocenteschi. E tra i manufatti, è significativo un frammento di muro ricco di graffiti databili al XVIII secolo in varie lingue, fra le quali spiccano il greco, il latino, l’armeno». La professoressa Stasolla, come suo costume, è però abituata a pesare le parole e a non spingersi più in là di quanto non dica l’evidenza dei fatti. «La grande mole di ritrovamenti necessita certamente di altri studi e approfondimenti. Tuttavia, appare evidente la sistemazione paleocristiana dell’Edicola, alla quale si accedeva salendo due gradini in marmo bianco. Davanti ad essa, abbiamo ritrovato una pavimentazione in lastre di pietra, di cui siamo in grado di ricostruire le misure e l’andamento. Tale pavimentazione proseguiva per circa 6 metri verso est, fino a congiungersi con un piano di grandi blocchi bianchi, ben lisciati, disposti con andamento nord-sud. Il rinvenimento di tratti di muratura anteriori la fine del IV secolo conferma una forma di organizzazione della Rotonda ancora da ricostruire nella sua interezza. In sostanza, la sistemazione dell’area attorno alla tomba ha comportato un lavoro lungo e laborioso, tra sbancamenti vari e opere architettoniche. E nel frattempo nell’area di svolgevano le liturgie e i pellegrini si affollavano attorno alla tomba venerata» …

Quel che è certo, però, è che nella zona dove poi è stata edificata la basilica del Santo Sepolcro, esisteva una cava dismessa e si trovavano alcuni lotti di terreno divisi tra loro da muretti a secco (ritrovati negli scavi), dove si svolgeva un’attività di tipo agricolo. Forse per questa ragione le donne, andando al Sepolcro la mattina del sabato, scambiano Gesù risorto per «il giardiniere», cioè l’addetto alla coltivazione dell’orto. «I paleobotanici della nostra università sono al lavoro nello studio di pollini e materiali di origine vegetale rinvenuti negli scavi. I primi risultati ci dicono che davvero in quell’area, che era già utilizzata come area di sepoltura, vi erano anche zone coltivate e piantumate ad olivo».

A proposito di sepolture, una delle evidenze più importanti di questa fase di scavo (dettaglio per nulla marginale per la fede cristiana) è proprio legata alle indagini svolte all’interno della tomba. Il restauro del pavimento dell’Edicola ha consentito infatti di effettuare una pulizia archeologica anche al di sotto delle lastre. Cosa è emerso? «È visibile una pavimentazione marmorea di età medievale, quindi la lavorazione della roccia stessa, con tracce di frequentazione intensa che l’hanno resa estremamente liscia. È stata ritrovata e documentata una camera funeraria, sistemata per favorire la frequentazione da parte dei pellegrini fin dal periodo paleocristiano». Insomma, una prova in più che una tomba, una sola, dove per chi crede è avvenuto il fatto più sconvolgente della Storia, è stata isolata, monumentalizzata e resa fruibile per il culto dei pellegrini. Un dato della Tradizione, confermato ora anche dall’archeologia.


Seguite Radio Spada:


fonte immagine commons.wikimedia.org