di Luca Fumagalli

Per un’introduzione alla saga di Ford e per la recensione del primo volume cliccare QUI. La recensione del secondo e del terzo volume si trovano rispettivamente QUI e QUI.

Quarto e ultimo romanzo della tetralogia Parade’s End di Ford Madox Ford, L’ultima missione – pubblicato originariamente nel 1928 e appena tradotto in italiano dalla meritoria Landscape Books – riprende la vicenda da dove si era interrotta nel precedente capitolo, con Christopher, appena ritornato a casa dalle trincee della Prima guerra mondiale, ancora alle prese con la perfidia della moglie, la cinica e vendicativa Sylvia.

Questa volta, però, si riparte con un cambiamento di prospettiva. L’occhio che scruta gli accadimenti è ora quello di Mark Tietjens, fratello maggiore di Christopher, che giace immobile, a letto, incapace di proferire parola (tutto quello che fa è limitarsi a rispondere positivamente o negativamente alle domande che gli vengono poste sbattendo le ciglia). La natura della malattia che lo ha colpito è misteriosa; oppure, più semplicemente, la sua è una messinscena, una sorta di protesta nei confronti dei termini dell’armistizio, considerati assurdi: una volta fiaccati, non sarebbe stato meglio inseguire i tedeschi fino a Berlino e occupare la Germania? Ad accudirlo fedelmente ci pensa Marie Léonie, compagna di una vita e da poco diventata sua moglie, che gli porta ogni giorno i giornali e il cibo.

Dal capezzale Mark vede compiersi il destino di suo fratello (“l’ultimo tory”, tutto lealtà e onore in un mondo corrotto), di Valentine, la donna che questi ama e da cui aspetta un bambino, della loro dimora di famiglia, Groby House, affittata per ripicca a un’improbabile signora americana che non vede l’ora di smantellarla e di riammodernarla, del figlio di Christopher, l’erede designato, comunista e cattolico, e ovviamente di Sylvia, la quale sta escogitando nuovi modi per impedire all’ex marito di essere felice.

Gli eventi de L’ultima missione, al pari di quelli dei precedenti volumi, non sono narrati in ordine cronologico, ma procedono frammentariamente, con fughe in avanti che si alternano a riposizionamenti a ritroso. Ogni capitolo è un libero fluire di pensieri che, a mo’ di mosaico, si compongono poco alla volta, spesso trovando una piena chiarificazione solo dopo parecchie pagine. Ne risulta, nel complesso, una prosa non facilissima, ma che alla lunga conquista per il piglio scoppiettante e le parole levigate, vivacizzata da dialoghi che alternano la satira al dramma, lo strampalato alla riflessione profonda, il banale all’essenziale. In tutto ciò, tra l’altro, si scorge qualcosa del futuro Evelyn Waugh, che da Parade’s End attinse a piene mani per la sua trilogia Sword of Honour, trovando ispirazione tanto nei personaggi (il marito tradito, il figlio illegittimo…) quanto nei temi principali (la guerra, la religione, il declino dell’aristocrazia…)

In particolare in questo capitolo finale, costruito più sui dialoghi e i pensieri che sull’azione vera e propria, si respira un senso diffuso di cambiamento , esito di un conflitto che ha mutato irrimediabilmente il cuore dei protagonisti. Un nuovo spazio lo conquista la questione “papista” e nell’aria vi è pure la speranza che qualcuno possa convertirsi sul serio, mutando l’odio in amore. Il tutto condito da aforismi ad effetto che, oltre a contribuire a animare il racconto, rendono ragione della complessità che lo attraversa.

L’ultima missione – il cui titolo, variamente interpretabile, è quello di una nota canzone – conferma dunque il fascino di una tetralogia che, a quasi un secolo dalla sua pubblicazione originale, continua a stupire e commuovere.

Il libro: Ford Madox Ford, Parade’s End Vol. 4, L’ultima missione, Landscape Books, 2023, 224 pagine, Euro 18,90.

Link all’acquisto: https://www.landscape-books.com/ford4.html (il volume è disponibile anche su Amazon e negli altri siti analoghi di commercio online)


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