Il Messale Romano, per il Sabato precedente l’ultima Domenica d’Agosto, segna la festa della Beata Vergine Maria sotto il titolo “Salus infirmorum“. Meditiamo sulle implicazioni di questo titolo con cui la Chiesa Romana invoca e fa invocare la Madre di Dio.

Maria è salute degl’infermi, perché concede ad essi la sanità corporale.
Considera come abbia voluto Iddio che ogni nostro bene dipendesse da Maria; mentre non solo l’ha costituita dispensatrice liberalissima di grazie spirituali, ma le ha inoltre commesso la provvidenza dei nostri corpi nelle infermità che li aggravano, e sospingono alla tomba. E ben conveniva che quella onde ci era derivato l’Autore della grazia, col quale ci aveva risanate le spirituali infermità, che è beneficio segnalatissimo, disponesse ancora del meno, ed i mortali sovvenisse nei loro malori corporali. Oltracciò per tal guisa saremmo stati obbligati di ricorrer sempre a lei con somma nostra utilità e consolazione; mercé la sua pietosa carità, ond’è sempre sollecita qual madre tenerissima di soccorrerci in qualsiasi bisogno ed avversità. E quanto amorevolmente ella sodisfa a cotale incarico! …
 Ed ecco un nuovo argomento per te di confidare in Maria, ed un nuovo stimolo onde la onori invocandola. Poiché suol concedere questi temporali benefici a condizione d’esserne pregata. Perciò assai bene le si adattano le voci dell’Ecclesiastico: Fili in tua infirmitate ne despicias teipsum, sed ora Dominum, et ipse curabit te. Non solamente nelle infermità del tuo spirito, altresì in quelle del corpo ricorri a lei; ed esaudito, ricorda che la ricuperata sanità è suo dono; né tel concesse, salvo che a maggior gloria di Dio, a fare che ne usassi per servirlo più fervorosamente, portando in te un attestato tuttora sincero di quanto avessi ricevuto da lui, e del molto in che gli resti debitore. Laonde non ti fermare a ringraziare soltanto quel Padre misericordioso, donde é a noi ogni bene, e quella Madre amantissima per cui mezzo ce lo dona: il pensiero di essere quasi rinato a vita, ti rimembri che se quando nascesti al mondo, ti fu intimato di servire a Dio con tutti i sensi; restituito a sanità per dono di Maria, doppiamente sii tenuto a più fedele e grata servitù …
Maria è salute degl’infermi, perché dà loro pazienza a sopportare le infermità … 
Dappoicché non devi pensare che ad altro miri la mano di Dio quando si fa sentire grave, e pesante in tribolando colle infermità, fuorché a somministrare materia di merito; se ci aggiustiamo al suo santo volere, portandole pazientemente. La qual pazienza è assicuratrice del possesso di Dio e d’ogni godimento nel cielo, stante che essa reca, a chi vi si esercita, ogni bene; e ciò che più monta, la perseveranza finale in praticarlo: patientia opus perfectum habet (Jac. 1. 3, 4. ). Tuttavia quanto è difficile a praticarsi da chi sia oppresso dai dolori del corpo … D’ora innanzi invocando Maria Salute degl’infermi, poni mente al beneficio che da lei, da cui viene ogni bene, si può concedere agl’infermi; di avvalorarli cioè e confortarli a patire con animo rassegnato alla divina volontà; dalla quale tutte le cose prospere non che avverse dispongonsi a bene dei suoi eletti. Che gli gioverebbe la sanità senza la virtù? una più lunga vita, se questa di molto scemar facesse il merito di una più ricca e gloriosa corona in cielo? Chiedi dunque piuttosto a Maria, che nelle infermità siati salute all’anima; somministrando vigore e robustezza da reggere nei dolori e nelle angustie senza lamenti, e con tranquilla rassegnazione al volere del divin Padre che li vorrà travagliato, onde più ampiamente tu possa riceverne il guiderdone.
Maria è Salute degl’infermi, perché dà loro una buona morte …
Un devoto di lei non avrà a temere di rovina a quel punto; sarà salvato dalla protezione dell’augustissima Madre che gli farà scudo dagli assalti infernali; infondendo nel suo cuore pensieri ed affetti di soave speranza e conforto nella bontà e misericordia di quel Dio che non vuole la perdizione, ma la salvezza degli uomini. Morientibus beata Virgo non tantum succurrit, sed etiam occurrit (S. Hier. ep. 2. ad Eustoch.). La pietosissima Vergine opporrà la sua alla forza del demonio; rendendone vani gli sforzi, e convertendoli a merito e corona dell’infermo; e o per se medesima di persona, o nei suoi effetti di aiuto, pace, tranquillità e allegrezza trasfusi nell’animo di lui, sarà assistente alla sua morte. Egli potrà dire con tutta fiducia: Si ambulavero in medio umbrae mortis, non timebo mala, quoniam tu mecum es. O Maria, nelle ombre stesse della morte io non temo, poiché voi siete meco: non temo del demonio, che fugge alla vostra presenza e all’invocazione del vostro nome; ed ho fiducia che non mi stia per condannare il Giudice a cui dovrò render conto delle mie operazioni, dacché mi protegge la sua madre, che è pur madre della misericordia …
Tu vivi come ella desidera e li farà morire come tu brami, nella pace e negli amplessi del Signore; con segno indubitato di eterna salvezza.

(Padre Pasquale Grassi, Le litanie della santissima Vergine spiegate e proposte in forma di considerazioni, Napoli, 1859 pp. 200-205).

In foto l’Immagine di Maria “Salus Infirmorum” venerata a Roma nella Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Ministri Regolari degli Infermi. L’Effige fu incoronata per decreto del Capitolo Vaticano nel 1668 e ancora nel 1868 [camilliani.org]


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