Dopo:

  1. La chiesa nascente. Persecuzione e trionfo
  2. La vittoria sul paganesimo, la lotta alle eresie, l’ordine monastico
  3. Il pensiero di S. Agostino, la forza del Primato Romano, la nascita dell’Islam, 
  4. La Chiesa educatrice nella società medievale e l’Impero carolingio
  5. L’apice della potenza ecclesiastica-politica dei Papi, le Crociate, la Scolastica,
  6. Federico II, gli arabi e l’Oriente, l’Inquisizione medievale,
  7. Il processo ai templari, lo Scisma d’Occidente, le eresie di Wyclif e Hus,
  8.  I Papi rinascimentali, l’unione con i greci, la scoperta dell’America
  9. La peste protestante, il Concilio di Trento, la nascita dei Gesuiti

Con grande piacere presentiamo ai lettori il X volume della Storia universale della Chiesa scritta dal Card. Hergenröther! Questo decimo libro ha come titolo Le guerre di religione, le controversie dottrinali, le grandi missioni. Di seguito la nostra presentazione, cliccare sul link per vedere l’indice completo e le altre informazioni.


Nota delle Edizioni Radio Spada

Sì, si può individuare (anche) in questo volume un buon antidoto alla lettura della storia fondata su schemi troppo semplificati. Detto in breve: «Non c’è solo il Medioevo»; grandi frutti della civiltà cristiana si trovano in tutte le epoche e qui si parlerà di quel particolare e frizzante periodo che venne «dopo Trento». Un tempo considerato, a torto, meno ricco e quasi relegato in secondo piano.

«Nel Concilio di Trento la Chiesa aveva dato fondamento all’opera della vera riforma. Sotto la guida di valorosi Pontefici, con l’aiuto di vescovi eminenti e di zelanti religiosi, ella venne attuando contro la falsa riforma protestantica la vera riforma cattolica, e contrappose al protestantesimo un così valido riparo che non fu più potuto superare», scrive l’Hergenröther. E aggiunge: «Ella si rivelò da capo cinta di nuova bellezza, fresca di novella vita, feconda di grandi santi, di apostoli, di dotti, di artisti: ella introdusse una grande mutazione di costumi, e questa si estese fra breve con la più larga efficacia. L’albero, che a molti pareva morto, si liberava dei rami e dei tralci inariditi: rimetteva nuovi fiori e nuovi frutti a maturità». Insomma, sintetizza in breve l’Autore: «Nella seconda metà del decimosesto secolo tutto parve, quasi per miracolo, interamente, mutato».

Questo ubertoso verdeggiare non andò tuttavia esente da gelidi venti nemici, da incendi d’orgoglio e d’errore: parliamo dell’epoca delle guerre di religione, dei mille errori teologici sparsi per le contrade di mezzo mondo, della rinnovata ingerenza delle corti nella vita della Chiesa. Siamo nel tempo del socinianesimo, del calvinismo rampante, del luteranesimo ormai «fattosi sistema». Nella stessa vita ecclesiale non mancavano controversie dottrinali: si pensi, solo per citare un caso, a quella molinista su grazia e libertà, che portò alla creazione della Congregazione de Auxiliis divinae gratiae.

L’esame che l’Hergenröther svolge in relazione a questi fatti, come già nei precedenti volumi, non si limita al resoconto storico ma scende in profondità nell’analisi delle idee e delle relazioni tra gli errori (ad esempio, con un utilissimo confronto tra socinianesimo e luteranesimo): curioso, tra gli altri, lo spazio dedicato alla vicenda del patriarca greco-scismatico e filocalvinista di Costantinopoli (Cirillo Lucaris).

Uno dei meriti dell’Autore – già noto a chi ha consultato le sue opere – è quello di parlare con attenzione e larghezza dello sviluppo dell’arte, della letteratura, delle scienze, e di dedicare pagine accurate al tema delle conquiste missionarie della Chiesa, in questo periodo abbondantissime. Dall’Africa all’Oriente, dall’America del Nord a quella del Sud è tutto un fiorire di sante imprese ed eroici martirii, di avventurose fatiche e di ardite sperimentazioni. Si pensi, solo per citarne un paio, alle gesta del Padre Matteo Ricci in Cina, o del Padre Roberto Nobili in India dove «si accostò ai bramini, prese a portarne l’abito e a tenere in tutto il loro modo di vita, astenendosi anche dai pesci». Imparò il sanscrito e praticò le più rigide penitenze, disputò valendosi «di un’opinione dominante che vi fossero state nell’India quattro vie di verità e una fosse andata perduta». Affermava di essere venuto appunto «per mostrare questa via smarrita, che era la più sicura».

Molto altro si potrebbe aggiungere ma, per ragioni di brevità, lasciamo al lettore il piacere di approfondire nelle pagine che seguono. Formuliamo pertanto i nostri migliori auspici, affinché anche questo decimo volume della Storia universale della Chiesa, contribuisca alla formazione dei singoli e alla battaglia comune in difesa della verità.   

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