Con Ludovico von Pastor, grande storico della Chiesa, ripercorriamo le vicende del viaggio e del soggiorno di papa Clemente VII de’ Medici a Marsiglia fra il settembre e il dicembre del 1533. Un episodio della storia del Papi di molta attualità.

La partenza del papa, che alla fine d’agosto era stato allietato dalla novella dello sblocco di Corone, successe il 9 di settembre. Tre giorni prima era morto quell’uomo, che negli ultimi anni era stato fra i congiunti di Clemente VII il vero confidente di lui: Iacopo Salviati. Rimase legato nell’eterna città il Cardinal del Monte, succedendo a questo prelato, dopo la sua morte pianta universalmente, Alessandro Farnese. La partenza del papa fu un gran colpo per i Romani: ora Roma faceva l’impressione d’una città del tutto abbandonata. In questo viaggio8 Clemente VII evitò la sua patria Firenze e lentamente per il territorio senese andò a Pisa, ove arrivò il 24 settembre rimanendovi in causa del tempo malvagio fino ai 3 d’ottobre. A S. Miniato al Tedesco nella valle inferiore dell’Arno egli il 22 settembre aveva visto per l’ultima volta Michelangelo.
Soltanto ai 5 d’ottobre Clemente VII prese il mare a Livorno. La galera del papa era tutta coperta di broccato d’oro; 10 navi francesi, molte altre, specialmente dei Giovanniti, accompagnavano il papa, nel cui seguito erano nove cardinali. Un vento favorevole portò la grossa flottiglia – in tutto 60 vele – il 7 ottobre a Villafranca, dove venne presa a bordo Caterina de’ Medici. La flottiglia arrivò nel porto di Marsiglia l11 d’ottobre: in quella città il gran maestro maresciallo Anna de Montmorency aveva con somma magnificenza preparato tutto per il solenne ingresso del capo della Chiesa.
Questo si compì addì 12 ottobre. Quattordici cardinali e circa 30 alti prelati circondavano il papa, che era portato sulla sedia gestatoria dai più ragguardevoli signori. Il giorno seguente ebbe luogo l’ingresso di re Francesco I, che già prima aveva avuto un segreto colloquio con Clemente VII. Abitavano sì vicino, che potevano visitarsi senza che alcuno lo avvertisse.
Malgrado la giovanile età di Caterina de’ Medici, il 28 ottobre si celebrò il suo matrimonio col duca Enrico d’Orléans compiendone il rito lo stesso Clemente VII. Nelle magnifiche feste si distinse in modo speciale il cardinale Medici, che in isfoggio di splendore superò tutti, persino il re.
Addì 7 novembre in un concistoro vennero nominati cardinali tre francesi (Jean Leveneur de Tillier, Claude de Languy e Odet de Coligny) e pubblicato un quarto (Philippe de la Chambre). Lunghe e animate trattative avevano preceduto quest’atto, ché anche a Clemente VII pareva pericoloso simile aumento dell’elemento francese nel Sacro Collegio; i cardinali imperiali fecero valere che le creazioni potevano farsi solo a Roma, ma la maggioranza capitanata da Gaddi e Sanseverino, sotto la pressione di Francesco I, decise diversamente e Clemente diede sforzato il suo assenso.
A Marsiglia il papa e il re si diffusero in prove di amicizia e si fecero ricchi regali. Nelle funzioni ecclesiastiche il re francese manifestava ostentatamente la sua sottomissione al capo della Chiesa.
Durante il loro incontro protratto per più di quattro settimane Clemente VII e Francesco I, a malgrado delle molte feste, trattarono fra di loro attenendosi però al più rigoroso segreto. Quanto gli oratori e gli storici riferiscono su queste trattative, condotte dai suddetti oralmente, con esclusione di qualsiasi mediatore, non è che congettura. L’unico documento scritto d’importanza è un abbozzo di trattato segreto redatto di propria mano da Francesco I, secondo il quale non solo Urbino, ma anche Milano dovevasi conquistare per il duca di Orléans, dopo di che Clemente VII non doveva elevare difficoltà neanche a riguardo di Parma e Piacenza.
Rimane incerto in quale estensione il papa aderisse ad esigenze di questa natura: ad ogni modo non può essersi trattato che di assicurazioni verbali, giacché nulla si concluse per iscritto, ma anche a voce un politico sì esperto come questo Mediceo fu certo molto prudente. Fra altre accuse i nemici di Clemente VII hanno più tardi sollevato quella pure, che a Marsiglia egli abbia approvato l’alleanza di Francesco I coi Turchi e con i protestanti, ma debbono ancora darne la prova. Clemente VII fu sì poco d’accordo sul vergognoso progetto di aiutare i Turchi, del quale Francesco I parlò nel convegno, che ne fece dar notizia all’imperatore. Quanto all’aiutare la violenta restituzione del duca protestante Ulrico di Württemberg da parte di Filippo d’Assia le notizie di Guglielmo du Bellay fanno «apparire Clemente V II innocente e ingannato da re Francesco» .
Dato l’umore voglioso di guerra del re francese, tutte le esortazioni del papa ad una conciliazione coll’imperatore caddero su terreno sterile. È indubitato che Clemente VII s’è adoperato nel convegno per una pace fra i due sovrani : lo dicono espressamente oratori molto bene informati.
Oltre alle nomine cardinalizie già ricordate furono successi tangibili per Francesco I il regalo dell’ultima decima crociata e il richiamo del nunzio svizzero Filonardi. Clemente VII giustificò con Ferdinando I questa condiscendenza accennando, che a Marsiglia egli s’era trovato in potere del re Francesco e che questi aveva minacciato di staccarsi da Roma.
A Marsiglia si fecero anche molto importanti trattative sulla questione del concilio. Francesco I oppose indomabile resistenza alla riunione di tale adunanza in Italia rilevando inoltre, che le condizioni della cristianità erano tali da doversi rimandare il concilio ecumenico a tempi migliori e più tranquilli. Debole e accondiscendente, per questo motivo Clemente VII si lasciò indurre a differire la indizione del concilio. Anche nell’affare del divorzio di Enrico VIII Clemente VII, dietro preghiera di Francesco I, concesse addì 31 ottobre 1533 una nuova proroga d’un mese per l’andata in vigore della scomunica minacciata.
Clemente VII lasciò Marsiglia il 12 novembre 1533, dopo di che Francesco I partì per Avignone. Il tragitto del papa alla Spezia fu molto penoso a causa di violente tempeste: egli si servì di legni francesi fino a Savona, donde portollo a Civitavecchia il 7 dicembre la squadra del Doria: tre giorni dopo egli entrava nella sua residenza, dove venne ricevuto con gioia.

Storia dei Papi, VI-2, pp. 448-452



Seguite Radio Spada:


Immagine: Giorgio Vasari, Matrimonio tra Caterina de’ Medici ed Enrico di Valois (dati.beniculturali.it)