Volentieri presentiamo ai lettori Ritorno alle origini – Un punto di vista cattolico sugli inizi – Vol. I – Principii e tracollo del darwinismo, realizzato in collaborazione con il Kolbe Center for the Study of Creation e il supporto di Stefano Dal Lago. Alleghiamo di seguito la nota editoriale, per illustrare il volume.

Nota delle Edizioni Radio Spada

«Tutti i manuali di scienza per le scuole partono da una premessa (o addirittura da una vecchia mitologia) scientista, cioè dalla convinzione che la scienza sia in grado di dare una risposta a tutti i problemi. In tal modo si nega o si nasconde che la scienza si aggira nel mistero e che ogni sua scoperta apre un nuovo mistero»[1]. Questo affermava il prof. Sermonti – genetista ed antievoluzionista convinto – in un’intervista ad Avvenire nell’anno 2000.

Ebbene: la questione rimane intatta e da essa, con rinnovata potenza, scaturisce l’esigenza di guardare, sotto una luce diversa, a tante «verità» che negli ultimi secoli sono state gabellate con disinvoltura come irrinunciabili dogmi. Anche per questa ragione le Edizioni Radio Spada hanno accolto volentieri la proposta di pubblicare in italiano l’opera che qui presentiamo: con la legittimità che è riconosciuta alla discussione sulle materie libere e nell’intento di fotografare lo stato di un dibattito che da lungo tempo attraversa il mondo della cultura cattolica, offriamo ai lettori una nuova gamma di materiali sull’argomento antievoluzionista, andando felicemente ad aggiungerli a quelli che già arricchiscono Il Darwinismo: un mito tenace smentito dalla scienza (Dominique Tassot, traduzione di Roberto Bonato, Edizioni Radio Spada, 2023).

Nota correttamente Stefano Dal Lago: «Fornire un contributo al ripristino dei fondamenti del senso comune è lo scopo che si prefigge la serie di documentari intitolata Ritorno alle origini (titolo originale Foundations Restored), prodotta dal Kolbe Center for the Study of Creation e dalla Restoring Truth Ministries. L’opera si articola in 13 episodi, per un totale di più di 18 ore di video, coprendo tematiche chiave nel campo della biologia e della paleontologia, della cosmologia e della geologia, della storia, della filosofia e della teologia. Nei filmati, esperti dei diversi settori passano in rassegna in modo chiaro e comprensibile i dogmi della vulgata comunicativa, smontandone progressivamente i capisaldi per riportare all’attenzione di istituzioni, studiosi e famiglie un patrimonio di nozioni corroborate dai più moderni metodi di indagine scientifica»[2].

Nel corso tanto del primo quanto del secondo volume si ritroveranno, a vario titolo, i nomi degli autori che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera: Hugh Owen e John Wynne (intellettuali cattolici e produttori esecutivi), Wolfgang Smith, Ph.D (matematico, fisico e filosofo), John Sanford, Ph.D (genetista), Thomas Seiler, Ph.D (fisico), James P. McCullough, M.D. (patologo), Kevin Mark, D.M.D. (divulgatore), Pamela Acker (biologo molecolare), Rachel Jones (ingegnere geofisico e geospaziale), Pedro Aguado (ingegnere), Bernie Webb (intellettuale cattolico convertito), don Chad Ripperger, Ph.D (prete e psicologo), Padre Victor P. Warkulwiz, M.S.S. (prete e fisico), don Thomas Hickey, Padre Shannon Collins, MSJB, don Kevin S. Barrett, con il contributo di Keith e Zac Jones[3].

In questo primo volume, dopo un iniziale capitolo introduttivo, si passa ad un secondo dedicato a inquadrare la «versione cartesiano-darwinista», ovvero «perché il darwinismo è molto più di un errore sul piano scientifico», si passa poi al terzo, che volge lo «sguardo alla testimonianza della Sacra Scrittura e della Tradizione» e a un quarto relativo «all’insegnamento del Magistero sulle origini». Da lì si parte per analizzare i problemi della nota teoria con il quinto, intitolato «Il crollo delle icone evoluzioniste», il sesto sul «fallimento del meccanismo darwinista», infine il settimo riguardante l’evoluzione dell’uomo, ossia «la caduta dell’ultima icona».

È dunque ad una serie di schemi preconcetti – spesso diffusi come mantra sui media – che queste pagine si propongono come valida alternativa. Annota ancora Dal Lago, sul tema: «Il pregiudizio antimetafisico legittima la chiusura a priori di fronte ai problemi scottanti posti dalle scoperte più recenti e inibisce il confronto tra le diverse posizioni non solo sul piano dei risultati, ma anche su quello metodologico ed epistemologico. Non di rado, inoltre, suscita atteggiamenti persecutori e l’esclusione dal pubblico dibattito delle voci tese a ribadire l’irriducibilità dei fenomeni agli asfittici schemi correnti»[4].

Il terreno che i due volumi di Ritorno alle origini attraversano è, come il lettore noterà, affascinante e complesso. Del resto in questo campo non è difficile eccedere in un verso o nell’altro, cadere in uno sterile e paradossale letteralismo biblico, o in un liberalismo interpretativo che lascia ben poco spazio al senso dei testi. Questa opera va dunque nettamente distinta dal cosiddetto creazionismo protestante che è inficiato in radice dagli errori di quelle sette. Ed è proprio dalla confusione tra grazia e natura, causalità prima e seconda, e da quella dei rapporti tra Dio e l’uomo che nascono i principali problemi di quel mondo.

L’uomo, sottratto alla Chiesa gerarchica di istituzione divina che lo aiuti nella corretta interpretazione, cadrà facilmente nei due estremi menzionati: da un lato un impossibile letteralismo, dall’altro le più sfrenate e illogiche fantasie nella comprensione della Scrittura.

Con prudenza Padre E. Tintori OFM nelle sue note a La Sacra Bibbia (imprimatur 1945)[5] chiarisce: «La Sacra Scrittura enumera le fasi principali attraverso le quali passò l’esecuzione del divino disegno della creazione e le circoscrive nell’ambito di sei giorni. Ma non sappiamo se quell’ordine e quella durata sono riferiti secondo la realtà storica e cronologica, oppure secondo un piano ideale e didattico. Che gli eventi qui enumerati si siano realmente compiuti a uno a uno non è dubbio, perché ogni essere deve veramente a Dio la sua esistenza. Ma che siano succeduti proprio con l’ordine e nel tempo qui segnati non possiamo dirlo. Perciò, qualunque teoria o ipotesi della scienza sulla formazione del mondo fisico può ammettersi, purché riconosca Dio autore primo ed ordinatore dell’Universo». L’espressione «qualunque teoria o ipotesi della scienza» non va ovviamente intesa, a differenza di ciò che molti ritengono, come «qualunque a prescindere dal Magistero». Esiste dunque una libertà (che i protestanti non hanno o di cui abusano) ma non è, e non può essere, una libertà assoluta. La possibilità del dibattito, giusto per fare un esempio, si estende all’interpretazione larga della parola giorno in Genesi[6], ma non al cosiddetto poligenismo[7].

Vi sono poi ulteriori problemi che, nel creazionismo protestante, minano gravemente la solidità dottrinale di ciò che propone, pensiamo – come accennato – alla confusione tra grazia e natura, causalità prima e seconda che li porta, per esempio, ad escludere la morte o la sofferenza degli animali prima del peccato originale.

La presenza di un certo male nella creazione è una possibilità di cui San Tommaso ha discusso largamente. «Ciò che è necessario esiste sempre. Ma nessun essere corruttibile esiste sempre. Se dunque la divina provvidenza richiedesse che tutto fosse necessario, ne seguirebbe che nelle cose non c’è nulla di corruttibile: e di conseguenza niente di generabile. Quindi si toglierebbe all’universo tutto il genere degli esseri corruttibili e generabili. Il che pregiudica la perfezione dell’universo»[8], scrive l’Angelico. Che chiarisce: «Il governo divino con il quale Dio opera nell’universo non esclude l’operazione delle cause seconde […]. Ora, il difetto negli effetti può provenire da un difetto nella causa seconda, senza che ci sia nessun difetto nella causa prima. […] Dunque nelle cose compiute e governate da Dio può capitare una mancanza e un male per una deficienza delle cause seconde, sebbene in Dio stesso non ci sia nessun difetto»[9]. E ancora: «Se da certe parti dell’universo si togliesse il male, ne scapiterebbe molto la perfezione di esso, la cui bellezza nasce dall’insieme ordinato di cose buone e cattive, poiché il male deriva dalla deficienza di certi beni, e tuttavia da esso, per la provvidenza di chi governa, derivano altri beni: come le pause del silenzio rendono soave la melodia del canto»[10].

Conclude dunque l’Aquinate: «Ciò serve a confutare l’errore di certuni i quali, riscontrando nel mondo il verificarsi del male, affermavano che Dio non esiste. Boezio infatti riferisce questa domanda di un Filosofo: “Se Dio esiste, di dove viene il male?”. Invece bisognerebbe fare questo ragionamento: “Se c’è il male, Dio esiste”. Infatti il male non ci sarebbe se non esistesse l’ordine del bene, la cui privazione costituisce il male. Ma tale ordine non esisterebbe, se non esistesse Dio. Quanto abbiamo detto qui sopra toglie anche l’occasione di cadere nell’errore di coloro che negavano l’estensione della divina provvidenza fino ai corpi corruttibili, mossi dal fatto che in essi riscontravano il verificarsi di molti mali»[11].

Si vuole infine rifuggire dalla stortura, tipicamente riscontrabile nel campo del creazionismo protestante, di una sorta di scientismo di ritorno. Gli argomenti di origine tecno-scientifica, lungi dall’essere collocati nella gerarchia della conoscenza al loro posto, finiscono per diventare temi primari, irrinunciabili e, se non onnipresenti, largamente invadenti, con la conseguenza di vedere l’apologia della religione quasi trasformata in un manuale di biologia, di geologia o di fisica. «Come si vadia al cielo e non come vadia il cielo» è lo scopo della Scrittura, ricordava – con gran ragione – il Cardinal Baronio: lo si tenga sempre presente per evitare imprudenze.

Con questo spirito, le Edizioni Radio Spada consegnano al pubblico la presente opera, nella speranza che tutti ne traggano profitto, sotto la protezione della Sedes Sapientiae, Maria Santissima.

>>> Ritorno alle origini – Un punto di vista cattolico sugli inizi – Vol. I – Principii e tracollo del darwinismo <<<

 


[1] (Giuseppe Sermonti e) L. Dell’Aglio, Manuali? Ciò che manca è il metodo, Avvenire, 18 agosto 2000.

[2] Dalla Presentazione alla traduzione italiana di Ritorno alle origini. Stefano Dal Lago – trascrittore e traduttore degli abbondanti testi del documentario – ha reso possibile l’arrivo in Italia del materiale da cui è nato questo libro (prima parte) e da cui nascerà il prossimo (seconda parte).

[3] Informazioni da: https://foundationsrestored.com/.

[4] Ibidem.

[5] San Paolo, Milano, pp. 16-17.

[6] Dichiarazione sul carattere storico dei primi tre capitoli della Genesi, della Pontificia Commissione Biblica, 30 giugno 1909.

[7] Pio XII, Humani generis, 12 agosto 1950.

[8] Summa Contra Gentiles, Libro III, cap. 72.

[9] Ivi, cap. 71.

[10] Ibidem.

[11] Ibidem.