Ancora una volta siamo “costretti” a citare il filosofo francese Jean Guitton, amico inveterato e intimo di Poalo VI, per via delle sue schiette considerazioni sul Concilio Vaticano II e sui suoi frutti, considerazioni più lucide dei cervellotici baloccamenti di tutto un modo “conservatore”.

“Quando leggo i documenti concernenti al Modernismo, quale è stato definito da san Pio X, e li confronto con i documenti del Concilio Vaticano II, io non posso non restare sconcertato. Perché quello che è stato condannato come una eresia nel 1906 è stato proclamato ormai come dover essere e come essere la dottrina e il metodo della Chiesa. Detto in altro modo, i modernisti nel 1906 mi paiono come precursori. I miei maestri hanno fato parte di loro [i modernisti]. I miei genitori mi hanno insegnato il Modernismo. Come san Pio X ha potuto  respingere quelli che adesso a me appaiono come precursori?” 

(JEAN GUITTON, Portrait du Père Lagrange: celui qui a réconcilié la science et la foi, Robert Laffont, Parigi 1992, p. 55-56. Cit. in OSCAR SANGUINETTI, Pio X. Un pontefice santo alle soglie del «secolo breve», Sugarco Edizioni, Milano 2014, p. 249)


🔴 Jean Guitton e la messa ecumenica … di Paolo VI

🔴 Quel “Paolo VI segreto” che faceva paura a Jean Guitton

🔴 Capire il modernismo del Concilio per capire la crisi ecclesiale di oggi


Seguite Radio Spada:



fonte immagineilsismografo.blogspot.com