La Chiesa Romana ricorda l’apostolo e primo evangelista san Matteo due volte l’anno: il 21 settembre, nella memoria del suo martirio, e il 6 maggio, nel ricordo della sua traslazione del suo corpo. Esso si trova a Salerno, nella Cripta della Primaziale, la cui descrizione riprendiamo dal sito della Diocesi (diocesisalerno.it).
La Cripta costituisce il primo nucleo nella costruzione del duomo. Già nel Marzo 1081, alla presenza di Roberto il Guiscardo e dell’Arcivescovo Alfano I, venivano deposte le reliquie di san Matteo, dei santi martiri e di altri santi come si evince dalle diverse lapidi ivi collocate, le quali dimostrano che a quella data la struttura era già completa. La cripta, come la si vede oggi, corrisponde ai lavori eseguiti agli inizi del Seicento ad opera degli architetti Domenico Fontana e del figlio Giulio Cesare, i quali hanno sfruttato la centralità del sepolcro di san Matteo, il luogo più sacro di tutta la chiesa ed intorno al quale ruotano tutti gli altri spazi. L’altare in marmi policromi è arricchito da entrambi i lati da un elegante baldacchino. Ad ornamento dell’altare il Collegio Medico Salernitano donò nel 1666 e nel 1673 due coppie di pregevoli candelabri in ottone, fatti realizzare da Francesco Rosso. Negli scorsi anni ’60 la struttura dell’altare fu totalmente trasformata. Sul lato settentrionale fu eretto un nuovo altare. Qui attraverso una piccola apertura è possibile vedere il sepolcro di S. Matteo. Al centro del doppio baldacchino dell’altare sono collocate due statue gemelle di S. Matteo realizzate da Michelangelo Naccherino nel 1606. Il Santo è raffigurato mentre scrive il Vangelo con un libro poggiato sul ginocchio sinistro e una penna sulla mano destra. Al suo fianco un angelo gli porge un calamaio.
Il luogo più sacro per la città di Salerno è, senza dubbio, il Sepolcro che custodisce le preziose Reliquie del suo augusto patrono S. Matteo. La posizione stessa del Sepolcro, collocato al centro della Cripta, sta ad indicare che esso ne forma la parte più vitale da cui irradia luce e fervore. Nel 1081, terminata la nuova e spaziosa cripta, Alfano I deponeva le reliquie dell’apostolo e quelle dei santi e martiri che dovevano fargli corona. Oggi, come la si vede, la Cripta corrisponde ai lavori eseguiti agli inizi del ‘600 su progetto degli architetti Domenico e del figlio Giulio Cesare Fontana, i quali hanno reso scenografico e funzionale lo spazio organizzandolo intorno alla doppia statua bifronte del santo, eretta sopra il sepolcro, con un doppio altare. Questa doppia statua è stata realizzata da Michelangelo Naccherino nel 1606.
L’abside destra è detta dei Santi Confessori di cui vi è una rappresentazione al di sopra dell’altare di marmo attribuita a Luigi Roderico. Sulle pareti in alto due affreschi illustrano l’Assedio di Salerno da parte di Barbarossa e la Tempesta scatenata da San Matteo, avvenuta grazie ad un miracolo del santo che fece affondare gran parte della flotta nemica e salvare la città. Nella volta gli affreschi raffigurano S. Grammazio, il Miracolo della liberazione di un indemoniato, la guarigione di un malato e le allegorie: La Sapienza, La Fortezza e La Giustizia.
Nell’abside centrale sono custodite le spoglie dei santi martiri Caio, Ante e Fortunato e di San Felice. L’altare in marmo policromo fu donato dalla Scuola Medica Salernitana nel 1753. I busti di bronzo dei santi martiri sono stati realizzati da Giovan Domenico Vinaccia, e datati 1680. La volta è ricoperta di stucchi ed affreschi di Belisario Corinzio che raffigurano scene della vita dei Santi Martiri.
L’abside sinistra è dedicata alle Sante Vergini. Qui erano infatti conservate le reliquie di Marina e Costanza. L’altare in marmi policromi risale al sec. XVIII, con una cornice marmorea che inquadra la tela dipinta da Pacecco De Rosa raffigurante la Madonna delle Grazie e le SS. Trofimena Costanza e Agata. Nella lunetta laterale si trova un affresco esagonale che rappresenta S. Agata guarita in carcere da S. Pietro. La cappella delle reliquie fu fatta realizzare nel 1957 dall’Arcivescovo Moscato. In essa sono state trasferite, in appositi ovali le reliquie dei Santi ritrovate nella Cripta.
Aggiungiamo anche una bella preghiera che riprendiamo da un novenario di metà Ottocento
1. Gloriosissimo S. Matteo, se in voi l’eroiche virtù produssero frutta sì scelte e sì pregiate, degnatevi coltivar l’anime nostre, sì che svelto da esse quanto vi è di malvagio, producano solamente ciò ch’edifica i prossimi, ciò che piace a Dio. Santo mio, a vostra imitazione fate, che acquistiamo gli abiti delle virtù, affinché possiamo esercitarne gli atti e riportarne la Divina grazia. Amen.
Pater, Ave, Gloria.
2. Gloriosissimo S. Matteo, Voi vi trasferiste dal telonio all’Apostolato, e distaccandovi dal mondo ci avvertiste, che chi conta gli onori tra i beni di fortuna quando per fortuna non s’intenda Dio, è in grand’errore. Voi vi trasferiste da lontani paesi, dalla Lucania in questa città, dove fissaste benefico ed immobile il vostro trono. Deh vi preghiamo, che se nella prima traslazione voi vi deste a Gesù; se nella seconda Gesù si diede a voi; e se nella terza Voi tutto vi donaste a Salerno; impetrateci da Dio la grazia, ch’essendo noi in questa, ci spogliamo di ogni affetto di essa, e niun’altro amiamo, che Gesù. Amen.
Pater, Ave, Gloria
3. Potentissimo S. Matteo, il vostro cuore avvampò sempre nelle fiamme di carità; partecipatene vi preghiamo all’agghiacciato cuor nostro qualche scintilla, acciocché tutti gli affetti rivolga verso quel Dio, cui unicamente son dovuti i nostri amori, e che unicamente può con eterno premio ricompensarli; ed altresì fateci apprendere l’obbligo di soccorrere al meglio che possiamo i nostri prossimi nelle loro umane necessità, con temporali sovvenimenti molto più nelle spirituali colle fervorose orazioni, coi retti consigli e con i santi nostri esempi. Amen.
Pater, Ave, Gloria
4. Glorioso S. Matteo, giacché tante volte avete voi difeso i nostri maggiori, liberandoli dall’insidie dei nemici, vi preghiamo con tenerezza a salvar noi da quel quotidiano avversario, che, o vegliando o dormendo o qualunque azione noi facendo, sempre intento di giorno e di notte, con frodi, con artifici or palesi or occulti, a vibrar saette avvelenate per uccider l’anime nostre. Che ci gioverebbe l’averci conservata la città terrena, se perdessimo la celeste, aver custoditi i beni, e la salute temporale, se perdessimo l’eterna? Amen.
Pater, Ave, Gloria
5. Amabilissimo S. Matteo, mentre tante volte avete voi frenata l’orribil pestilenza nei corpi, che strage sì fiera faceva dei nostri cittadini, vi preghiamo umilmente a frenare altresì la violenza di quelle ree passioni, che cercano recarci un più dannoso scempio, con indebolire ed infettare lo spirito. Impetrateci colla vostra mediazione da Dio quella grazia sì poderosa che ci risani da malori presenti dell’ Anima, e preservi da futuri. Amen.
Pater, Ave, Gloria
6. Santo mio, riparate Voi co’ vostri meriti un tal interno incendio che può recarci danno assai maggiore; estinguete Voi tali fiamme che ci minacciano più grave desolamento. Il nostro corpo è a guisa di vasta fornace; nelle fornaci arde e si consuma la paglia, ma l’oro si purga e s’abbellisce. Fate dunque che si risolva in cenere la paglia, ma restino l’anime nostre monde e pure agli occhi di Dio. Amen.
Pater, Ave, Gloria.
7. O gloria ed onore della Chiesa Salernitana e beatissimo Seguace del Redentore, o massimo Difensore e benefico Padre di questa cara e da Voi amata Città, glorioso S. Matteo, prostrati a’ piedi vostri riconosciamo la grandezza della vostra santità, e come grande tra’ Santi presso Dio vi veneriamo. Ci rallegriamo di quanto v’ha fatto il Signore, elevato nel Paradiso, e sì prodigioso nella terra. Ringraziamo la SS. Trinità di tutti i doni e privilegi a voi conferiti. Gradite il piccolo tributo di nostra gratitudine, il tenue contrassegno della nostra obbligata divozione; ed a voi con confidenza rivolti raccomandiamo la nostra Città le nostre persone, le nostre case, tutte le cose nostre: aiutateci e soccorreteci nelle avversità; proseguite sempre ad interceder per noi, acciocché liberati da ogni infortunio, veniamo a goder con voi per tutti i secoli. Amen.
Pater, Ave, Gloria.
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