Uno dei tratti della santità di papa Pio X è la lotta la difesa dell’integrità della fede di fronte all’insorgere del modernismo, non una semplice eresia, ma “sintesi di tutte le eresie”.
A questa aberrazione intellettuale, oggi trionfante nella gerarchia ecclesiastica, san Pio X dedicò vari discorsi e pronunciamenti magisteriali:
– l’allocuzione concistoriale del 17 aprile 1907;
– il decreto “Lamentabili” del 3 luglio 1907;
– l’enciclica “Pascendi Dominici gregis” dell’8 settembre 1907;
– l’allocuzione concistoriale del 16 dicembre 1907;
– il motu proprio “Sacrorum Antistitum” del 1° settembre 1910 con il giuramento antimodernista;
– l’allocuzione concistoriale del 28 maggio 1914.
A questi atti va aggiunto il motu proprio “Praestantia Scripturae Sacrae” del 18 novembre 1907, con cui il santo pontefice fulminava la scomunica contro i modernisti, ossia contro i professanti le eresie da lui proscritte soprattutto in Lamentabili e in Pascendi. Settant’anni più tardi don Putti ne ripubblicava il testo nel suo benemerito quindicinale antimodernista sì sì no no (a. III n. 11) con un titolo a caratteri cubitali: MORALMENTE SCOMUNICATI, rivolto ai protagonisti degli sconvolgimenti post-conciliari.
Lo riprendiamo anche noi nella parte propriamente riguardante la scomunica.

Per reprimere la crescente audacia di molti modernisti i quali con ogni sorta di sofismi e di artifici si sforzano di togliere forza ed efficacia non solo al decreto Lamentabili sane exitu, emanato per Nostro ordine dalla Sacra Congregazione del Santo Ufficio il 3 luglio 1907, ma anche alla Nostra lettera enciclica Pascendi dominici gregis dell’8 settembre di questo stesso anno, rinnoviamo e confermiamo, in virtù della Nostra autorità apostolica, tanto quel decreto della Suprema Sacra Congregazione, quanto la Nostra lettera enciclica, aggiungendo la pena della scomunica per coloro che li contraddicono; e dichiariamo e deliberiamo che chiunque avrà l’audacia di sostenere, il che Dio non permetta, una qualsiasi proposizione, opinione o dottrina condannata nell’uno o nell’altro documento sopra citato, sarà soggetto per ciò stesso alla censura di cui al capo Docentes della costituzione Apostolicae Sedis, che è la prima delle scomuniche automatiche riservate semplicemente al romano Pontefice. Questa scomunica è poi da intendere indipendente dalle pene nelle quali coloro che mancheranno in ordine a qualche punto dei documenti menzionati possono incorrere, come propagatori e difensori di eresie, se le loro proposizioni, opinioni o dottrine siano eretiche, il che agli avversari dei due menzionati documenti accade più di una volta, specialmente quando propugnano gli errori dei fautori del modernismo, sintesi di tutte le eresie. Presi questi provvedimenti, raccomandiamo nuovamente con forza agli ordinari diocesani e ai superiori degli Istituti Religiosi di voler vigilare con attenzione sugli insegnanti, primariamente su quelli dei seminari; qualora li trovino imbevuti degli errori dei modernisti e fautori di pericolose novità, o troppo poco docili alle prescrizioni della sede apostolica in qualunque modo pubblicate, li interdicano del tutto dall’insegnamento. Parimenti, escludano dai sacri ordini quei giovani sui quali gravi il più piccolo dubbio di correre dietro a dottrine condannate o a dannose novità. Allo stesso modo li esortiamo a non cessare di esaminare attentamente i libri e le altre pubblicazioni, certamente troppo diffusi, che presentino opinioni e tendenze simili a quelle condannate per mezzo della lettera enciclica e del decreto citati sopra; curino di eliminarli dalle librerie cattoliche e molto più dalle mani della gioventù che studia e del clero. Se ciò cureranno con sollecitudine, promuoveranno la vera e solida formazione intellettuale, alla quale massimamente deve essere rivolta la sollecitudine dei sacri presuli. In virtù della Nostra autorità, Noi vogliamo e comandiamo che tutte queste disposizioni abbiano efficacia e restino ferme, nonostante qualunque disposizione contraria.


Seguite Radio Spada su:



fonte vatican.va
fonte immagine wikimedia.org