Nei tempi surreali in cui la Provvidenza ci fa vivere, possiamo anche assistere allo spettacolo del neo-cardinale Víctor Manuel Fernández, in arte Tucho, che senza tanti giri di parole lancia l’accusa di eresia e di scisma nientepopodimeno che contro l’Eminentissimo Cardinale Raymond Leo Burke (e forse anche contro la sua cappa magna).
Ecco i fatti. Il Burke, che presumibilmente attende ancora che il Bergoglio risponda ai famigerati dubia su Amoris laetitia (et matrimonii tristitia), ha prefato un libro della TFP contro il Sinodo del prossimo ottobre, che cambierà ulteriormente la dottrina cattolica.
A questi attacchi, che già Bergoglio aveva accusato di essere più frutto di ideologia che di fede, ha risposto Tucho, dall’alto della sua nuova funzione di Prefetto del Dicastero per [la distruzione de]la Dottrina della Fede, che della summenzionata Amoris laetitia fu ghostwriter.
Intervistato dal National Catholic Register sul “magistero recente … del Santo Padre Francesco ” e su coloro che non “sottoscrivono” ha così tuonato:
Quando parliamo di obbedienza al magistero, questa viene intesa almeno in due sensi, inseparabili e ugualmente importanti. Uno è il senso più statico, di un “deposito di fede” che dobbiamo custodire e preservare intatto. Ma, d’altra parte, c’è un carisma particolare per questa tutela, un carisma unico, che il Signore ha donato solo a Pietro e ai suoi successori.
In questo caso non si tratta di un deposito, ma di un dono vivo e operante, che agisce nella persona del Santo Padre. Io non ho questo carisma, né tu, né il cardinale Burke. Oggi ce l’ha solo Papa Francesco. Ora, se mi diceste che alcuni vescovi hanno il dono speciale dello Spirito Santo di giudicare la dottrina del Santo Padre, entreremo in un circolo vizioso (dove chiunque può affermare di avere la vera dottrina) e questo sarebbe eresia e scisma. Ricordiamo che gli eretici credono sempre di conoscere la vera dottrina della Chiesa. Purtroppo oggi in questo errore cadono non solo alcuni progressisti ma anche, paradossalmente, alcuni gruppi tradizionalisti.
Parole pesanti, senz’altro, ma comiche per due punti di vista: perché pronunziate da un modernista come Fernandez e perché scagliate contro Burke che, forse citando Giovan Maria Catalan Belmonte (in questi frangenti è possibile tutto!), pochi anni fa ancora accusava di “scisma” la Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Il conservatorismo, come il crimine, non paga: meglio denunziare apertamente gli errori del Vaticano II, gli errori di tutto il “magistero” derivatone. I tatticismi, i baloccamenti ermeneutici, il sostenere che “Amoris Laetitia va accolta con rispetto, ma non è magistero” [1] non servono a nulla: serve solo la professione integrale della fede cattolica, da contrapporre a quelli che, senza tante ermeneutiche e distinguo, ti danno dell’eretico e dello scismatico.
Un’ ‘ultima parola per Tucho.
Eminenza, non si crucci. I conservatori come hanno digerito la collegialità, l’ecumenismo e il sincretismo, la riforma liturgica, così hanno già digerito Amoris Laetitia e, ancora alla crociata contro l’ecologismo, digeriranno ogni cosa uscirà dal Sinodo di ottobre sulla sinodalità.
[1] Burke: Amoris Laetitia va accolta con rispetto. Ma non è magistero, lo dice papa Francesco ; Amoris Laetitia: un documento davvero terrificante (di don Mauro Tranquillo FSSPX).
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Fonte immagine anticattocomunismo.wordpress.com
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