Offriamo volentieri ai nostri lettori e alla loro riflessione pratica questo testo sul tema della modestia cristiana. Avvertiamo che la materia è PRUDENZIALE e non dogmatica: ogni caso concreto va valutato sotto la direzione di un sacerdote di retta dottrina. Buona lettura!
Con il titolo originale “La modestia cristiana”, a firma Dominicus, questa omelia è stata pronunciata ad Avrillé nel gennaio 2020 e successivamente pubblicata sul periodico dei Domenicani di Avrillé “Le sel de la Terre”. Ringraziamo la gentile Traduttrice.
Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quello che vi dirà». (Gv 2,5)
Cari fedeli, queste parole della Vergine Santissima ai servitori delle nozze sono rivolte anche a noi. Dobbiamo fare tutto ciò che Gesù ci chiede attraverso la voce della sua Chiesa – non solo le cose che ci piacciono, che sono facili, ma tutto… anche se facciamo fatica a capire. Per preservare la Tradizione cattolica, cerchiamo di mantenere intatta la dottrina e la morale cattolica, senza scendere a compromessi con il mondo, senza tralasciare nulla. Per questo, ci riferiamo prontamente ai papi del passato, che sono per noi grandi autorità.
Tuttavia, c’è un argomento su cui la Chiesa si è espressa in modo solenne, persino veemente, e che oggi sembra essere stato dimenticato, anche negli ambienti della Tradizione.
Circa cento anni fa, a partire dagli anni Venti, i papi hanno iniziato a mettere in guardia i fedeli dalle nuove mode indecenti che «offendono gravemente la dignità e la grazia della donna» e che «recano alla donna un danno temporale […], la sua rovina eterna e quella degli altri» [1]. Nello stesso periodo, la Madonna a Fatima ha rivelato alla piccola Giacinta che «verranno mode che offenderanno molto Nostro Signore [2]».
Il tema della modestia cristiana è molto ampio, tanto più che tocca un altro tema ancora più ricco: quello della missione e della dignità incomparabile della donna cristiana. Ci limiteremo ad alcune brevi considerazioni, che sono sufficienti a convincere qualsiasi anima di buona volontà. Facciamo notare che tutti sono interessati: signore, ragazze, capifamiglia e giovani uomini.
I. Argomenti di autorità
Già nel 1919, BENEDETTO XV aveva lanciato l’allarme in un discorso sulla missione della donna nella società: “Su questo punto crediamo di dover insistere in maniera particolare, perché da una parte sappiamo che certe fogge di vestire, entrate oggi in uso fra le donne, sono dannose al bene della società come quelle che provocano al male, e dall’altra parte Ci riempie di meraviglia e di stupore il vedere che chi propina il veleno sembra disconoscerne l’azione malefica, e chi incendia la casa sembra ignorare la forza
distruggitrice del fuoco. La sola supposizione di una tale ignoranza rende spiegabile la deplorevole estensione, che ha preso ai dì nostri una moda tanto contraria a quella modestia, che dovrebbe essere l’ornamento più bello della donna cristiana: senza una tale ignoranza, pare a Noi che nessuna donna avrebbe potuto arrivare all’eccesso di usar vesti indecenti anche nell’accostarsi al luogo sacro [3]”.
Ritorna su questo tema nel 1921 con l’enciclica Sacra Propediem: “Al qual proposito non possiamo deplorare abbastanza la cecità di tante donne di ogni età e condizione, le quali, infatuate dall’ambizione di piacere non vedono quanto sia stolta certa foggia di vestire, con cui non solo suscitano la disapprovazione degli onesti, ma, ciò che è più grave, recano offesa a Dio. E in tale abbigliamento — che esse stesse in passato avrebbero respinto con orrore come troppo disdicevole alla modestia cristiana — non si limitano a presentarsi soltanto in pubblico, ma neppure si vergognano di entrare così indecentemente nelle chiese, di assistere alle sacre funzioni e di recare persino alla stessa mensa Eucaristica (nella quale si va a ricevere il divino Autore della purezza) i
lenocini delle turpi passioni [4]”.
Siamo nel 1921…
Sempre negli anni Venti, in due encicliche, Papa PIO XI elencava le cause profonde dei grandi mali che stavano colpendo la società, tra cui la triste trascuratezza della «modestia cristiana, specialmente nella vita e nel vestire delle donne [5]». Allo stesso modo, nell’altra enciclica: «il pudore cristiano è lacrimevolmente dimenticato nel modo di vivere e di vestire, delle donne soprattutto [6]».
Forse il Papa era a conoscenza di questa parola d’ordine lanciata dai massoni nello stesso periodo: “I nostri bambini devono realizzare l’ideale del nudo. […] La mentalità del bambino si trasforma rapidamente. Per evitare qualsiasi opposizione, è necessario usare una progressione metodica: prima i piedi e le gambe nude, poi le maniche arrotolate, quindi si scopriranno gli arti inferiori e superiori, la parte superiore del torace e la schiena, ecc…. In estate i bambini andranno in giro quasi nudi tutto il tempo [7]”.
Ed era certamente a conoscenza del piano dei massoni dell’Alta Vendita, rivelato nel XIX secolo: “Per distruggere il cattolicesimo, dobbiamo cominciare col sopprimere la donna […] ma poiché non possiamo sopprimere la donna, lavoriamo per corromperla [8]…”. Per questo, nel 1928, lanciò una crociata per la modestia.
Fermiamoci a riflettere su queste citazioni dei papi degli anni Venti. Questi papi non stavano, ovviamente, parlando di minigonne e canottiere… Chiunque può guardare le foto dell’epoca e constatare che si trattava di gonne che coprivano ancora le ginocchia. Del resto, le linee guida emanate nel 1928 dal cardinale POMPILI, vicario generale di Papa Pio XI, non lasciano spazio a dubbi: “Ricordiamo che non è considerato decente un indumento la cui scollatura superi la larghezza di due dita sotto la base del collo, un indumento le cui maniche non coprano le braccia almeno fino al gomito e che scenda solo leggermente sotto il ginocchio. Anche gli indumenti in materiale trasparente sono indecenti [9]”. Ricordiamo che stiamo parlando del minimo indispensabile.
Nel 1930, il Papa pubblicò una Lettera che esortava tutti i responsabili della gioventù a insistere sulla modestia. Questo documento termina con le seguenti parole: “Le donne e le ragazze vestite in modo immodesto devono essere escluse dalla Santa Comunione e
rifiutate come madrine di battesimo e di cresima. Inoltre, a seconda delle circostanze, può essere loro vietato di entrare in chiesa [10]”.
È per ottemperare a queste direttive che abbiamo affisso il cartello sotto il portico che richiede che le gonne coprano decisamente le ginocchia, cioè che arrivino almeno venti centimetri sotto il ginocchio.
Cari fedeli, dobbiamo essere logici. Non possiamo citare Pio XI quando scrive la Quas Primas sulla Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, e poi dimenticare ciò che dice sulla modestia nelle sue altre encicliche… Poiché, in entrambi i casi, egli non fa altro che ripetere l’insegnamento tradizionale della Chiesa; non possiamo essere tradizionalisti su alcune cose e liberali su altre. In tal caso, saremmo semplicemente… dei liberali. Per citare René Bazin: «In tempi di rivoluzione, sono utili solo coloro che rifiutano tutto; tutti gli altri stanno al gioco». Questo per quanto riguarda l’argomento dell’autorità. Ora vediamo alcuni argomenti riguardanti la
fede e la ragione.
II. Argomenti della ragione e della fede
A) Per rispetto di sé. «Delle mode indecenti che offendono gravemente la dignità e la grazia della donna…»
Cosa vediamo in natura? Le cose di grande valore sono nascoste: l’oro o i diamanti non si trovano se non dopo un grande sforzo; le perle sono nascoste in fondo al mare… La donna è un tesoro per la società. La sua anima è fatta per prodigarsi e il suo corpo è un santuario per la vita. Ma il mistero della vita deve essere circondato da rispetto e venerazione, con una sorta di timore reverenziale. Non è qualcosa da svendere!
A maggior ragione per una donna cristiana, che è il tempio dello Spirito Santo. Il Signore ci dice: «Non gettate le vostre perle ai porci». Ecco delle parole molto forti pronunciate da Padre Calmel sull’argomento: “È perché queste donne non hanno più il senso della purezza, si guardano senza rispetto e accettano la propria profanazione, che si lasciano trascinare dalle mode vergognose. […] Quando si renderanno conto di essere sacre e che l’abbigliamento è sacro, solo allora smetteranno di fare quello che fanno tutti gli altri [11]”.
B) A causa dello scandalo per gli altri. «…recano la sua rovina eterna e quella degli altri»
I vestiti succinti e immodesti creano tentazioni in chi li vede, e questo è particolarmente grave in chiesa. Questo vale anche se non c’è cattiva intenzione da parte di chi è scarsamente vestito. È un dato di fatto; può essere difficile da capire, soprattutto per le donne non sposate, ma è un dato di fatto. E se non lo capite, avete provato a comprenderlo? Avete studiato la questione? Avete letto qualcosa sull’argomento? I testi di teologia morale, per esempio? Gli scritti dei santi, come Sant’Alfonso de’ Liguori? Gli opuscoli scritti da sacerdoti, predicatori di ritiri e confessori esperti? Avete letto anche solo uno degli innumerevoli opuscoli dei priorati che trattano l’argomento?
Ma in fin dei conti non è necessario capire tutto. Una donna non capirà mai tutto ciò che accade nella testa di un uomo, così come un uomo non capirà tutto ciò che accade nella testa di una donna. Dobbiamo avere l’umiltà di dire a noi stessi: questo va oltre le mie capacità di comprendere, ma farò questo sforzo per carità verso i miei fratelli in Gesù Cristo. Ieri mi è stata raccontata la storia di un giovane che stava assistendo alla messa a Saint-Nicolas-duChardonnet. Durante tutta la messa aveva davanti a sé una ragazza poco vestita, che lo turbava. Quando fu il momento della comunione, lei si alzò e il giovane le chiese: – Vai a fare la comunione? -Sì. – Sei fortunata; io invece non posso andarci per colpa tua.
È vero che ci sono dei ragazzi che vi diranno: Non mi fa nessun effetto vederti vestita in questo modo. Ma se chiedete a un ladro se dovete chiudere la casa a chiave, lui vi dirà: Ma no, non preoccuparti, è tutto tranquillo!
III. Risposta a qualche obiezione
“Bisogna conformarsi agli usi del proprio tempo”.
È vero; i santi si sono conformati agli usi e costumi del loro tempo, ma usi che non erano contrari alla legge di Dio. La Beata Vergine Maria, Santa Clotilde, Bianca di Castiglia e Santa Maria Goretti vissero in epoche molto diverse. Si vestivano dunque secondo la moda del Paese e dell’epoca in cui vivevano. I loro abiti variavano nei dettagli, ma non in ciò che è essenziale per l’abbigliamento: i loro abiti coprivano il corpo.
La moda odierna del nudo è in rottura totale con la pratica universale del popolo cristiano fino agli anni Venti. Eppure, un gran numero di donne ha resistito a questo cambiamento, in particolare la maggioranza dei tradizionalisti fino a poco tempo fa.
Riflettiamoci ancora: bisogna conformarsi a un mondo satanico, ribelle a Dio e all’ordine naturale da lui stabilito? Oggi, peccati così turpi da non poter essere nemmeno nominati sono esposti al pubblico. Furti, omicidi e pratiche contro natura sono istituzionalizzati. È davvero ragionevole credere che una società del genere possa produrre delle mode di abbigliamento appropriate? Perché questo settore dovrebbe rimanere intatto, quando tutto il resto è marcio?
Al contrario, l’abbigliamento riflette precisamente lo spirito di una società. E non è logico conformarsi al mondo per quanto riguarda l’abbigliamento e rifiutarne poi tutto il resto.
Certo, è spiacevole attirare l’attenzione su di sé perché non si è vestiti come tutti gli altri, ma normalmente dovrebbero esserci una moltitudine di cose che dovrebbero farci notare dai nostri contemporanei: il nostro linguaggio; la scelta della musica, degli hobby, degli studi… la nostra vita di preghiera: dire la preghiera prima dei pasti, farsi il segno della croce davanti alle immagini sacre, andare a messa la domenica…
Se l’abbigliamento è l’unica cosa della vostra vita che vi distingue dai non cattolici, significa che c’è un problema molto grande…
Sì, è difficile, è un vero e proprio martirio a fuoco lento, ma ascoltiamo queste parole di Nostro Signore che è morto in croce per noi: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; invece, siccome non siete del mondo e vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia (Gv 15, 18-19)”.
“La modestia non è una questione di centimetri, è ridicolo cavillare per dei centimetri”.
Sì invece, è una questione di centimetri! Siamo esseri umani con un corpo e il corpo si misura in centimetri! È impossibile parlare di queste cose senza ricorrere a delle misure. E per quanto riguarda i cavilli, chi è che sta cercando cavilli? Non lo fa forse chi indossa una gonna che arriva giusta giusta fino alle ginocchia? Un simile atteggiamento dimostra chiaramente che abbiamo misurato, al centimetro, fino a che punto possiamo spingerci.
D’altronde, la questione va ben oltre la semplice modestia: qual è lo scopo della nostra vita? Fare il minimo indispensabile per evitare l’inferno o fare tutto il possibile per piacere al buon Dio?
“Bisogna pure che trovi un marito [o che mia figlia trovi un marito]”.
Sì, le ragazze devono essere belle, cioè non devono trascurare l’aspetto esteriore, devono vestirsi con eleganza e buon gusto. Nessuno vuole vietare loro questo. Ma una cosa è essere avvenenti, un’altra è essere provocanti. Se volete un matrimonio che duri, attirate il vostro futuro marito con qualità che durino nel tempo (come la generosità, la gentilezza, la purezza, il dono di sé, la pazienza…) e non solo con un fascino corporeo che passa come l’erba del campo.
Conclusione
Ringraziamo di cuore tutte le signore e le ragazze che si sforzano di mantenere la modestia cristiana e che danno il buon esempio a chi ancora esita. Ringraziamo anche i capifamiglia che fanno il loro dovere in questo campo: il loro ruolo è vitale e insostituibile. Grazie alla loro autorità e alla loro posizione primaria voluta da Dio nella famiglia, possono fare molto per far riflettere le loro mogli e figlie sul loro dovere di rimanere modeste per piacere prima di tutto a Dio.
Per coloro che stanno iniziando ad arrendersi, tenete duro! La vita è breve, la prova finirà presto e Dio premierà il vostro coraggio.
Per quanto riguarda la conclusione pratica da trarre… beh, si trova all’ingresso di questa chiesa: è il cartello che ci ricorda le regole della modestia. Un buon proposito potrebbe essere quello di rispettarle d’ora in poi.
Affinché gli uomini e i giovani non pensino di essere stati dimenticati, dobbiamo metterli in guardia da questa moda “sciatta” che si sta diffondendo. Da qualche tempo, sempre più giovani vengono a messa in jeans e scarpe da ginnastica… Anche i pantaloni stretti, effeminati e dai colori troppo vivaci non sono adatti a un cristiano.
Sappiate che tutti i padri del convento sono a vostra disposizione per rispondere a qualsiasi domanda o obiezione.
Concludiamo con questa bella citazione di Édouard Poppe, nel suo Manuel de la Catéchiste Eucharistique (Si tratta di colui che ha creato la Crociata Eucaristica per i bambini; ha anche formato ragazze per insegnare il catechismo): “Ma soprattutto, giovani cristiane, mortificatevi nell’apparire. Non siate come quelle mezze cristiane che, pur non osando seguire la moda in tutta la sua audacia, la seguono comunque da lontano! Oh, siate coraggiose e vestitevi in modo decente e casto! Copritevi le braccia e il collo! Estendete il vostro vestito come si addice a una ragazza veramente cristiana. […] Vestitevi decentemente, anche se foste le uniche nella vostra parrocchia a farlo! Fatelo: Gesù e Maria Immacolata vi ricompenseranno! La mortificazione è fonte di forza segreta, di
consolazione inaspettata e di fiducia. E di tutto questo abbiamo tanto bisogno per diventare buoni noi stessi, e per rendere migliori gli altri [12]!”
NOTE
[1] Lettera della Sacra Congregazione del Concilio, pubblicata per ordine di Papa Pio XI il 12 gennaio 1930, AAS 1930, p. 26.
[2] R.P. de MARCHI, Testimonianze sulle apparizioni di Fatima, Missões Consolata, 2005 (9a ed.), p. 251.
[3] BENEDETTO XV, Allocuzione alle dirigenti dell’Unione femminile Cattolica italiana, il 21 ottobre 1919.
[4] Sacra Propediem, 1921.
[5] Ubi arcano, 1922.
[6] Miserentissimus, 1928.
[7] Citato nella Revue Internationale des Sociétés Secrètes, t. XVII (1928), n° 46.
[8] Lettera di Vindice a Nubius, del 9 agosto 1838, citata da Jacques CRÉTINEAU-JOLY in L’Église romaine en face de la Révolution. Paris, Plon, 1861, t. II, p. 129.
[9] Documentation Catholique n°491 (1929), p. 655.
[10] AAS 1930, p. 26.
[11] «Le vêtement a-t-il une importance dans la fidélité à Jésus-Christ», citato nel dossier spirituale per il pellegrinaggio di Pentecoste 2002, «Sauvons l’enfant».
[12] E.J.M. POPPE, Manuel de la catéchiste eucharistique, Bonne Presse, Averbode, 1934.
Photo by Engin Akyurt: https://www.pexels.com/photo/woman-in-white-long-sleeve-dress-leaning-on-white-tree-branches-5651315/