da Mario Caprioli, I papi del XX secolo e s. Teresa di Lisieux, in Teresianum 46 (1995/2) 323-366
L’espressione più caratteristica che uscì dalla bocca del Papa San Pio X e rivolta a un vescovo missionario, che gli aveva recato in dono un ritratto della Serva di Dio, fu: “Ecco la più grande santa dei tempi moderni” [1].
Verso la nuova figura che stava conquistando le anime all’inizio del secolo, Suor Teresa del Bambino Gesù, Carmelitana Scalza, morta a soli 24 anni nel Carmelo di Lisieux, San Pio X ebbe un’intuizione profetica. Nell’umile monaca Carmelitana di Lisieux egli vedeva innanzi tutto una maestra di santità. A chi gli faceva notare che in Teresa del Bambino Gesù non c’era nulla di straordinario, Pio X rispondeva: “La sua estrema semplicità è la cosa più straordinaria e degna di attenzione in quest’anima. Ristudiate la vostra teologia» [2].
Il 15 marzo 1907 il Papa riceveva in omaggio l’edizione francese dell’Histoire d’une âme. Il dono fu particolarmente gradito perché accompagnato da un bel ritratto del Volto Santo [3]. Nel 1910 venne offerta al Papa la traduzione italiana della «Storia di un’anima», uscita qualche anno prima e nuovamente ristampata in quell’anno [3]. Pio X la ricevette con gioia e gratitudine e alla Priora del Carmelo di Firenze, Suor Luigia dei SS. Cuori, scriveva una lettera autografa di ringraziamento, nella quale fra l’altro diceva: “Ella (Teresa) è fiorita come un giglio, ne ha sparso il gradevole profumo, e ha prodotto una vera pioggia di grazie divine, ha pienamente lodato e benedetto il Signore nelle sue opere” [4].
Pio X procurò anche di accelerare il tempo per l’introduzione della causa della beatificazione della Serva di Dio Teresa del Bambino Gesù. Il 10 giugno 1914 diede il suo parere favorevole alla sentenza della Sacra Congregazione dei Riti, che concludeva il Processo Informativo, e designava la Commissione di Introduzione della causa di beatificazione: la causa diventava così apostolica [5].
Ma, purtroppo, il 20 agosto successivo Pio X moriva.
Egli aveva avuto un senso particolare di intuizione, di fiducia e di simpatia per alcuni atteggiamenti interiori nella nuova candidata agli altari, quali la promozione della comunione frequente, anche quotidiana, e la comunione ai bambini. La diversa disciplina ecclesiastica ai tempi di Teresa aveva fatto molto soffrire la santa. Si sa che il Pontefice era rimasto impressionato da una lettera di S. Teresa del Bambino Gesù in data 30 maggio 1889 alla cugina Maria Guérin che per motivi di scrupoli si teneva lontana dalla Comunione. Scriveva la futura santa: “Gesù è là nel tabernacolo apposta per te, per te sola, e arde dal desiderio di entrar nel cuore […]. Comunicati spesso, molto spesso. Ecco il solo rimedio se vuoi guarire” [6]. I due decreti sulla comunione frequente e sulla comunione ai bambini: Sacra Tridentina Synodus del 20 dicembre 1905 [7] e Quam singulari dell’8 agosto 1910 [8] non si possono forse vedere nell’ottica degli scritti teresiani?
[1] Cfr. Les Annales de Sainte Thérèse de Lisieux, 27 (1951) Juillet p. 6.
[2] Ivi.
[3]Cfr. Les Annales. L.c., p. 10-11. 11 Si tratta del volume Storia di un’anima. Autobiografia di s. Teresa del Bambino Gesù. Versione autorizzata dalle suore di Lisieux e fatta da una carmelitana di S. M. Maddalena de’ Pazzi in Firenze, Torino, Lice (s.d.), 529 p. – La Carmelitana di Firenze è Suor Gesualda dello Spirito Santo, infaticabile propagatrice delle opere di S. Teresa del Bambino Gesù, della quale scrisse pure una vita nel 1927, ripetutamente ristampata fino ai nostri giorni (l’ultima edizione è del 1989). – Già nel 1910 la Storia di un’anima ebbe una ristampa. Forse è quella tradotta a Firenze nel 1910: aveva solo 352 pagine. Probabilmente fu quella che venne offerta al Papa. Cfr. R. Ercoli, Bibliografia su Santa Teresa del Bambino Gesù, in Analecta OCD 19 (1947) 278, n. 31-32.
[4] Les Annales. L.c., p. 6.
[5] AAS 6 (1914) 380-382.
[6] Lettere di S. Teresa del Bambino Gesù, Milano-Roma 1954, p. 119-121. – Cfr. Les Annales. L.c., p. 7. – Alla sorella Maria del Sacro Cuore santa Teresa diceva un giorno: “Voi vedrete, quando sarò in paradiso, per ciò che riguarda la santa Comunione, ci sarà un cambiamento nella prassi della Chiesa”. Ella soffriva molto di essere priva della comunione quotidiana. Alla Priora Madre Maria Gonzaga, che aveva paura della comunione quotidiana, sul letto di morte ripeteva: “Quando sarò in paradiso, vi farò cambiare parere” (Les Annales. L.c.).
[7] Cfr. Acta S. Sedis 38 (1905-1906) 400-406.
[8] Cfr. AAS 2 (1910) 577-583.
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