Volentieri offriamo ai lettori questo importante estratto de Golpe nella Chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente (don Andrea Mancinella, prefazione di don Curzio Nitoglia, postfazione di Aldo Maria Valli).
[…] I cattolici hanno visto […] una resa totale e senza condizioni della loro Gerarchia dopo ben tre secoli di lotte coraggiose, di condanne e di sacrosante scomuniche, lanciate proprio contro i fautori di quel liberalismo, di quell’ecumenismo e di quell’idea distorta di democrazia di cui si era sempre fatta portabandiera la Massoneria internazionale, che essa ha ora proditoriamente accettato nell’ultimo Concilio: contro, cioè, i fautori della pax œcumenica, la pace mondiale dell’Anticristo, che a null’altro serve se non a relativizzare la Chiesa, e poi Cristo stesso, nell’amalgama del Nuovo Ordine Mondiale prossimo venturo. Obiettivo che viene manifestato sempre più apertamente dai vertici occulti che manovrano popoli e nazioni.
Un cedimento, comunque, che è più che sufficiente a spiegare perché il Gran Maestro del Grande Oriente Massonico d’Italia abbia potuto scrivere a lode del defunto Papa Paolo VI: «Per noi è la morte di chi ha fatto cadere la condanna (della Massoneria, ndr) di Clemente XII e dei suoi successori. Ossia, è la prima volta, nella storia della Massoneria moderna, che muore il Capo della più grande religione occidentale non in stato di ostilità con i Massoni. […] Per la prima volta nella storia, i Massoni possono rendere omaggio al tumulo di un Papa, senza ambiguità né contraddizione»[1].
Un cedimento che spiega anche perché lo stesso Grande Oriente di cui sopra abbia voluto assegnare il premio massonico nazionale Galileo Galilei a Giovanni Paolo II (che ovviamente l’ha rifiutato: ma ciò non toglie il valore significativo dell’avvenimento), affermando che gli ideali promossi da quel Papa sono gli stessi della Massoneria[2].
Un cedimento che spiega con eloquenza perché la Gran Loggia Massonica di Francia nel 1986 abbia entusiasticamente acclamato il medesimo Giovanni Paolo II per l’inaudito «incontro di preghiera di Assisi» con la seguente testuale dichiarazione: «I massoni della Gran Loggia Nazionale Francese desiderano associarsi di tutto cuore alla preghiera ecumenica che il 27 ottobre raccoglierà ad Assisi tutti i responsabili di tutte le religioni a favore della pace nel mondo»[3].
Un cedimento totale, come si ricava infine dalle seguenti considerazioni di un altro Gran Maestro del medesimo Grande Oriente, Armando Corona: «La saggezza massonica ha stabilito che nessuno può essere iniziato se non crede nel G.A.D.U. (Grande Architetto dell’Universo, ndr), ma che nessuno può essere escluso dalla nostra Famiglia a causa del Dio nel quale crede e del modo in cui Lo onora. A questo nostro interconfessionalismo si deve la scomunica da noi subita nel 1738 ad opera di Clemente XII. Ma la chiesa era certamente in errore, se è vero che il 27 di ottobre del 1986 l’attuale Pontefice ha riunito ad Assisi uomini di tutte le confessioni religiose per pregare assieme per la pace. E che altro andavano cercando i nostri Fratelli se non l’amore fra gli uomini, la tolleranza, la solidarietà, la difesa della dignità della persona umana quando si riunivano nei Templi, considerandosi eguali, al di sopra delle fedi politiche, delle fedi religiose e del vario colore della pelle?»[4].
[…]
[1] G. Gamberini, editoriale de La Rivista Massonica, anno 1978, n. 5, p. 290.
[2] Il Giornale, 22 dicembre 1996, p. 10 et O Estado de S. Paulo, 23 dicembre 1996. Cfr. anche: “Galileo Galilei” massimo premio massonico (che Papa Wojtila rifiutò) « Loggia Giordano Bruno; giovanni paolo II premiato dalla massoneria
[3] La Civiltà Cattolica, 6 dicembre 1986, p. 495.
[4] Hiram, rivista del Grande Oriente d’Italia, aprile 1987, pp. 104-105.