di Luca Fumagalli
Dal caso Orlandi all’Isis, passando per la banda della Magliana, l’attentato a Woytila, l’Ordine di Malta, Marcinkus e lo scandalo dello IOR… sono molti i temi che vengono toccati in Vatican Tabloid, il nuovo romanzo di Pietro Caliceti uscito nella primavera di quest’anno per i tipi della Baldini + Castoldi.
Parecchia quindi la carne al fuoco per un lavoro che correva facilmente il rischio di deragliare in un polpettone indigesto di complottismi sciapi e fantapolitica da due soldi; per fortuna l’autore è riuscito invece a evitare ogni caduta di stile, ricongiungendo con maestria tutti i fili in una trama robusta, avvolgente, che non lascia spazio a inciampi e che viaggia con grande scorrevolezza fino al finale aperto, buono per dare il la al capitolo conclusivo di questa trilogia in salsa thriller iniziata nel 2020 con L’opzione di Dio.
Sono passati solo pochi mesi da quando il cardinale sudafricano Warren Hamilton, ex rugbista, è riuscito a salire al soglio pontificio col nome di Pietro II. Sostenuto dall’ala più progressista della curia, ha in programma una radicale riforma da annunciare durante l’imminente Giubileo. Il lieto evento è però rovinato da una lettera anonima giunta alla Santa Sede che contiene una minaccia di morte nei suoi confronti. È qualcosa di concreto o l’opera di un mitomane? Mentre Ben Keller, capo del servizio segreto vaticano, e padre Alessio Macchia, segretario personale del Papa, iniziano a indagare, nell’ambasciata della Santa Sede a Roma vengono trovate delle ossa umane: il caso si infittisce ulteriormente e pure la polizia decide di entrare a farne parte. Verranno a galla imbarazzanti verità celate da troppo tempo, tutte potenzialmente imprevedibili e devastanti.
Al di là della grande ricerca documentaristica condotta da Caliceti, il cui romanzo – più maturo e complesso del precedente – è costruito su un intreccio di dati storici e invenzioni narrative, l’altro aspetto che non può lasciare indifferenti è la bravura dell’autore nel rendere credibili i suoi personaggi, specie quelli che erano già apparsi ne L’opzione di Dio. Ne risultano individualità ben definite e poliedriche, a partire da Hamilton, ora più “umano”, meno sicuro di sé e assillato da enormi dubbi sulla bontà della sua missione. A lui, inoltre, sono affidati le riflessioni più lucide a proposito della crisi della Chiesa, che non è solo quella descritta nel futuro immaginario del libro, ma pure quella attualissima di Bergoglio, troppo supinamente adagiata alle logiche del mondo e ormai non più in grado di essere pietra d’inciampo (l’ovvia conseguenza è una cronica mancanza di attrattiva che comporta un calo dei fedeli).
Sullo sfondo polifonico di una coralità di protagonisti che si muovono tra ombre sempre più fitte, la vicenda raccontata in Vatican Tabloid, in una costante alternanza dei differenti punti di vista, offre certamente del buon intrattenimento, ma anche qualche interessante spunto di riflessione sulla recente storia italiana, troppo spesso ridotta a retroscena da quattro soldi.
Val dunque la pena leggere l’ultima fatica di Caliceti, se non altro perché saper divertire e insieme informare è purtroppo una virtù rara nell’attuale panorama narrativo. Le poche eccezioni, come questa, non bisogna perciò lascarsele sfuggire.
Il libro: Pietro Caliceti, Vatican Tabloid, Baldini+Castoldi, Milano, 2023, 528 pagine, 22 Euro.
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