di Redazione

La situazione è grave, ma non è seria, diceva Flaiano. Ed è difficile dargli torto.

L’ormai ripetitivo e noioso dibattito sulla presunta “non rinuncia” di Benedetto XVI (in realtà chiuso da tempo, per chiunque abbia qualche reale nozione della materia) ha avuto finalmente una puntata degna di attenzione. Un recente articolo pubblicato dall’amico Marco Tosatti sta facendo discutere per una notizia che viaggia tra l’incredibile e l’ovvio: Ratzinger da “Papa emerito” celebrava il Novus Ordo, ovvero il rito realizzato col contributo di sei “osservatori” protestanti (vedere qui: I sei protestanti che hanno lavorato alla costruzione della nuova Messa e la “prova del nove”) e, udite udite, pronunciando “la preghiera eucaristica con l’esplicita menzione della comunione con il Papa regnante, Francesco”. A confermarlo per iscritto è mons. Gänswein a pagina 233 del libro Nient’altro che la Verità, citato dal coautore Saverio Gaeta.

Apriti cielo! La scoperta dell’acqua calda ha mandato in tilt il microcosmo BeneVacantista. E giù di accuse di ogni genere: “Ovviamente Francesco è aggiunta vostra” scrive un tale; un altro, in preda alla disperazione, tenta una strada impervia: “Non è chiaro se veniva citato espressamente ‘Francesco’ o, come si riportato nel testo, il ‘papa regnante’ (che potrebbe non essere Francesco)”.

Siamo espliciti: non vogliamo difendere Tosatti e Gaeta perché nel recente (e meno recente) passato sono stati relatori a eventi di Radio Spada, no, semplicemente abbiamo verificato i fatti. E nel libro di Gaeta – Gänswein c’è scritto proprio così (vedere immagine in evidenza). Pure nella versione di GoogleBooks si può riscontrare.

Ora il punto non è dimostrare che nel 2013 Ratzinger abbia rinunciato: il fatto è evidente e non ha bisogno di ulteriori conferme per essere accertato. Il tema semmai è la ben più preoccupante ricerca di false soluzioni per fuggire dalla realtà: sognare una crisi nata negli ultimi 10 anni e non negli ultimi 60, dimenticare la voragine dottrinale e liturgica del Vaticano II, tentare fughe verso Oriente per non guardare più le rovine di Roma (col bel risultato di passare dagli eretici neomodernisti, agli eretici e scismatici russi o greci), provare la via del compromesso di un conservatorismo né carne né pesce, abbandonarsi ad un apparizionismo onirico e carismatico, quasi dimenticando il fatto che la rivelazione pubblica si è chiusa con la morte dell’ultimo apostolo e che le rivelazioni private – anche approvate dalla Chiesa – non sono verità di Fede.

Si badi: non c’è bisogno di arrivare alle “apparizioni di Flavia Vento” (con a latere discorsi su rettiliani e pleiadiani), che in ogni caso nel microcosmo BeneVacantista (qui e qui) hanno avuto ampio credito. Per deviare dalla verità basta molto meno. L’arma di distrazione di massa che fa puntare gli occhi solo sugli effetti e non sulle cause è sempre attiva. Che poi sia usata in buona fede o no poco importa.

Di tutti questi temi si sono occupati nel dettaglio due libri delle Edizioni Radio Spada che fanno piazza pulita di brutti sogni e soluzioni controproducenti: Golpe nella Chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente e Parole chiare sulla Chiesa. Perché c’è una crisi, dove nasce e come uscirne.

A chi li ha letti è chiaro che il problema non è solo la riforma di Paolo VI, o Giovanni Paolo II ad Assisi ‘86, o Benedetto XVI che la spara grossa dicendo: “il pensiero di Lutero, l’intera sua spiritualità era del tutto cristocentrica”, o Francesco con Pachamama, o l’eventuale Giovanni XXIV che si inventerà altre stramberie. No: il problema è la dinamica complessiva della rivoluzione, non il singolo sintomo ma l’intera malattia.

Prima lo si capisce, meglio è. Con buona pace di codici segreti, rettiliani e pleiadiani.

Sipario.


Dalle ore 17 di sabato 16 marzo a Silea (TV), presso il Centro Tamai, si svolgerà la doppia presentazione di Golpe nella Chiesa e Parole chiare sulla Chiesa

Introdotti da don P. Petrucci, interverranno A. Giacobazzi e don D. Di Sorco che, nell’occasione, risolverà le obiezioni sollevate recentemente a “Parole chiare”.