Marta e Maria erano due sorelle, congiunte tutte due non solo per il sangue, ma ancora per la religione; tutte due s’attaccarono al Signore, tutte due servirono concordi il Signore nella sua vita mortale.
Marta lo ricevé come si suole ricevere un ospite; ma tuttavia era la serva che riceveva il suo Signore, una malata il Salvatore, la creatura il Creatore. Ella lo ricevé per nutrirlo nel corpo, e per essere nutrita da lui nell’anima. Poiché il Signore volle prendere la forma di servo, e in questa forma essere nutrito dai suoi servi, e ciò per bontà sua, non per necessità. Difatti fu bontà sua d’essersi lasciato nutrire. Certo egli aveva una carne soggetta alla fame e alla sete; ma ignorate forse, che quando ebbe fame nel deserto, lo servirono gli Angeli? Perciò se volle essere nutrito, fu tutto nell’interesse di chi lo nutriva. E che meraviglia, s’egli giovò così a una vedova per mezzo di sant’Elia, ch’egli aveva prima nutrito per ministero d’un corvo? Forse ch’egli era divenuto impotente a nutrire il profeta, perché lo mandò a questa vedova? No davvero, ma si proponeva di benedire la pia vedova per mezzo del servizio reso al suo servo.
Così dunque il Signore fu ricevuto come ospite, «lui che venne nella sua casa, ed i suoi non lo ricevettero; ma a quanti lo han ricevuto egli ha dato il potere di diventar figli di Dio» adottando dei servi e facendone dei figli, riscattando degli schiavi e facendoli suoi coeredi. Nessuno di noi però dica: O beati coloro che meritarono di ricevere Cristo nella propria casa! Non rammaricarti, non brontolare per essere nato in tempi in cui non vedi il Signore nella carne. Egli non t’ha privato di questo favore. «Quello che avete fatto, dice, a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me»

>>> Santa Marta, principessa d’ospitalità (di dom Gueranger) <<<


Seguite Radio Spada su:


fonte divinumofficium.com

fonte immagine commons.wikimedia.org