Dal “Radiomensaje de Su Santidad Pío XII a los fieles de España con motivo de la clausura del IV centenario de la muerte de San Ignacio de Loyola” del 31 luglio 1956.

Si è fantasticato molto sulla dama dei pensieri di Ignazio cavaliere, e forse non si arriverà mai ad una conclusione definitiva su questa questione in realtà secondaria. Ma se si vuole dire chi fu la dama che egli servì incondizionatamente dal momento della sua conversione, chi fu colei per la quale sognò le imprese più grandi, chi fu colei che occupò il primo posto nel suo cuore generoso, non è dubbio alcuno nell’affermare che fu la Santa Madre Chiesa, come il Cristo vivente, come la Sposa di Cristo, che non si accontentò di servire personalmente per tutta la vita, tanto che volle lasciarle la sua opera fondamentale, la sua Compagnia, per perpetuare in essa uno spirito di amore e di servizio, uno spirito di sacrificio nel servizio stesso, che costituiscono di questa milizia la ragion d’essere e la caratteristica fondamentale.
Ma c’era ancora un altro fulgido scorcio della santità di Ignazio, che Noi, indegnamente Vicario di Cristo in terra, non potremmo in nessun modo tacere. Perché la santità di Ignazio passava dalla gratitudine all’amore, dall’amore al servizio di Cristo, dal servizio e amore a Cristo all’amore e servizio alla sua Sposa, la Chiesa; e dal servizio e amore alla Chiesa all’adesione filiale incondizionata a colui che è il capo e fondamento della Chiesa, il Cristo vivente in terra, il Romano Pontefice, alla cui disposizione già progettava di mettersi il piccolo gruppo di studenti di Montmartre, a cui già aspiravano consacrar la propria vita i primi Padri che Ignazio portò a Roma, e al cui servizio deve sapere che è consacrato chiunque «vuole combattere per Dio, sotto il vessillo della Croce e servire solo il Signore e la Chiesa sua Sposa, sotto il Romano Pontefice, Vicario di Cristo in terra» (Lettera apostolica Exposcit debitum, 21 luglio 1550).
Al di là di tutti i difetti e di tutte le ombre che in quel dato momento potevano oscurare qualunque istituzione, Ignazio, con lo sguardo rivolto in alto, si sentì e si proclamò soldato al servizio del Vicario di Cristo, si legò a lui nel modo più stretto e a lui ha consacrato tutta la sua vita, ogni sua iniziativa, facendo di questa stretta unione e sottomissione quasi l’anima stessa della vita dei suoi figli che, al servizio del Pontificato Romano e della Chiesa, hanno lottato e lottano sotto tutti i cieli, senza mai smettere di pensare a ricompense o sacrifici.
E voi lo sapete bene, diletti figli di Spagna, quando in tempi non troppo lontani avete potuto ammirare l’esempio di centinaia e migliaia di uomini, espulsi dalle loro dimore e dalle loro case, spogliati di tutto e, in gran parte, spinti all’esilio; quando avete potuto ammirare non solo il silenzio e la pace, ma la gioia con cui soffrivano tutto, proprio perché motivo principale di tanta ingiustizia era la loro adesione e dipendenza dal Vicario di Cristo.
Figura umana di prima qualità, arricchita dei carismi di santità; buon servitore della Chiesa, alla quale dedicò la vita e l’opera; fedele soldato del Pontificato, al quale ha lasciato come preziosa eredità una fedelissima milizia che vive del suo spirito. Combattente instancabile e imponente contemplativo; tenace nei suoi propositi e dolce nel modo in cui tende al loro raggiungimento; religioso in tutti i suoi pensieri, ma senza distinguersi dalle realtà che la vita impone; di criteri molto ampi, ma capaci di ridurre il problema più complicato a norme molto chiare; rigido nei principi e comprensivo con gli uomini, sui quali si imponeva più per le sue qualità morali che per le sue doti intellettuali; ragionatore ferreo, che sapeva ospitare nel suo cuore tutte le delicatezze e tutte le tenerezze; prudente fino all’ultimo dettaglio in tutte le sue cose, ma allo stesso tempo di una fiducia soprannaturale nel realizzare quanto si proponeva; innamorato di Cristo fino alla follia, modesto, umile, altruista, povero nella sua persona e nelle sue cose, solido nelle sue massime e nel suo orientamento, indissolubilmente unito al suo Dio, che sapeva vedere in tutte le cose.
Questi era Ignazio di Loyola, capitano delle milizie di Cristo, soldato del Pontificato e della Chiesa.
[Traduzione a cura della Redazione]



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