Sisto IV, al secolo fra Francesco della Rovere, fu Papa dal 9 agosto 1471 alla morte, il 12 agosto 1484. Sotto il suo pontificato avvenne l’assedio della città di Otranto da parte dei Turchi tra il luglio e l’agosto del 1480.
I nemici espugnarono la città pugliese l’11 agosto e si diedero al massacro: dall’assassinio dell’arcivescovo nella Cattedrale, alla strage di donne e bambini per la città, fino gli 813 idruntini martirizzati sul colle della Minerva il 14 agosto.
Il Pontefice, nel suo duplice ruolo di capo della Chiesa e di principe temporale, volle soccorrere il re Ferrante di Napoli armando personalmente venticinque galee, quindi inviò i legati per chiamare i principi cristiani alla Crociata (con scarsi risultati oltre le Alpi).
Trascorse quasi un anno: il 3 maggio 1481 Maometto II aveva lasciata la scena di questo mondo e i figli Bajazet e Djem iniziarono a contendersi l’impero. Questa debolezza ottomana galvanizzò i Napoletani e il Papa. Questi il 30 giugno 1481 poté finalmente vedere armata la sua flotta e benedirla. Il comando fu affidato al cardinale Paolo Fregoso.
Dalla magistrale opere del p. Alberto Guglielmotti op, “Storia della marina pontificia“, riprendiamo il discorso che il Santo Padre rivolse al porporato:

«Per la benignità della Sede apostolica e pe’ tuoi meriti poc’anzi ti abbiamo creato prete cardinale del titolo di santa Anastasia, pensando che la novella dignità conferita alla tua persona dovrebbe al tempo stesso essere profittevole alla religione ed a questa apostolica Sede, e che tu vorresti con invitto animo e pronto, anche a rischio della vita, imprendere tutto ciò che ti verrebbe commesso per suo onore e tutela. Non guari dopo è avvenuto che i Turchi, nemici della nostra fede, sbarcati in Italia, occupassero Otranto città vescovile della Puglia: e senza sospirare non possiam ripetere, ancora la ritengono. Perciò abbiamo fatto venire l’armata navale: e pensando di mettere al comando di essa un uomo di senno, di autorità, e di prodezza per governarla, reggerla, e condurla a giusta riscossa, si è fatta innanzi agli occhi della nostra mente la persona tua che meglio di ogni altro può questo duro altrettanto che necessario carico per obbedienza ricevere. Quindi insieme al nostro apostolico Senato noi ti abbiamo eletto Legato della navale armata pontificia. Venisti or tu, guidato da Dio, l’armata in Roma introducesti, teco sono egregi soldati e marinari, gente fedele e prode. Noi gli abbiamo qua tutti presenti, i capitani di ciascuna galera riconosciamo in viso e ne sappiamo il nome; e quella fiducia di vittoria ci sentiamo crescere nell’animo, che già prima avevamo concepita, e che tu più d’ogni altro con tanta alacrità di volto ci riprometti. Ti esortiamo, fratello e figlio carissimo, a far che i tuoi procedimenti sien tali da conseguire il frutto a che ora colla mente intendiamo, e poi coll’ ajuto di Dio possederemo. Orsù via, il signor nostro e redentore Gesù Cristo, la cui causa tu imprendi a sostenere, ti sia propizio: renditi sicuro che noi ed il Senato nostro non ti mancheremo giammai in qualunque luogo e tempo. Mettiti con gran cuore all’impresa, spera nel Signore Iddio, che non permetterà la ruina nostra, né lascerà gli operaj fedeli della sua vigna senza mercede. Appressati figliuolo, ricevi nella destra l’anello come segno della tua dignità, prendi dalle nostre mani gli stendardi sotto ai quali dovrà militare la nostra armata, leva su il vessillo della Croce, affronta i nemici, spacciali dal tuo cospetto, disperdili come il vento disperde le aride stoppie, riporta a questa Sede la vittoria. Avrai certamente, se bene io veggo, contro al nemico infedele memorando trionfo»

Il 4 luglio l’esercito pontificio salpava alla volta di Napoli e Otranto, dove si unì ai Napoletani e agli Ungheresi. L’assedio liberatore durò fino al 10 settembre 1481.
L’idea del Papa era di continuare la guerra per conquistare anche Valona in Albania, ma il comportamento contrario del cardinale Fregoso, la vergognosa defezione dei Portoghesi e i dissidi interni al mondo cristiani frustrarono i desideri di Sisto IV, che si dedicò al riattamento del porto di Civitavecchia.



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