Leone X Medici è ricordato soprattutto perché come principe temporale fu gran patrono delle arti e delle scienze, tanto che Leone XIII non esitò a definirlo “rinnovatore del secolo d’Augusto”. Tuttavia non vanno dimenticate le sue benemerenze come principe spirituale, fra le quali rifulgono gli interventi a favore della dottrina dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio.

Con la sua Costituzione Sacrosanctae del 15 agosto 1515 rinnovava e confermava le due Costituzioni di Sisto IV [a favore dell’Immacolata Concezione con concessione dell’Ufficio], rispetto ai dominii soggetti al Re di Polonia, ad istanza del re Sigismondo, il quale rappresentava al Santo Padre «quod tam ipse, quam alii Poloniae Reges, ipsius Praedecessores, plurimas, et quidem insignes, contra haereticos, et infideles obtinuerint victorias, diebus B. V. Mariae dicatis» [che egli, come altri re di Polonia suoi predecessori, avessero riportato plurime e insigni vittori sugli eretici e gli infedeli nelle feste della beata Vergine Maria]. Precettava inoltre il Sommo Pontefice la festa [dell’Immacolata Concezione] per tutta la la Polonia, e la recita dell’uffizio “Sicut lilium” e della messa “Egredimini” «a Sancta Romana Ecclesia ordinata in Dei Ecclesia instituta» [ordinata dalla Santa Romana Chiesa e istituita nella Chiesa di Dio].
Con altra sua Costituzione – Super gregem Dominicum del 22 maggio 1517 – concedeva «che nonostante qualunque interdetto, in tutte le Chiese della Spagna, nel giorno della Festa della Concezione e per la sua Ottava, si celebrassero le Messe, e i divini Uffizi a porta aperta, e col suono delle campane, e tutti i fedeli non censurati, né nominati nell’interdetto, potessero essere ammessi lecitamente e liberamente, concedendo loro le Indulgenze ecc..».
Al Clero di Molina nella Spagna concedeva l’insigne Indulto (Costituzione del 18 febbraio 1518 – Pia Christi fidelium, et praesertim in IMMACULATAE CONCEPTIONIS B.M. V., Redemptoris nostri, et humanae salutis Auctoris, D.N. J. C. GENITRICIS honorem, tendentia vota) «ut in nocte ante Conceptionis festum» [per cui nella notte precedente la festa della Concezione], dopo il mattutino e le laudi potessero celebrare «unam Missam solemnem», siccome nella notte del Santo Natale di Nostro Signore.
Alle Monache Concezioniste, con la sua Costituzione Quia nuper del 10 febbraio 1519, concedeva loro tutte e singole grazie, privilegi ecc. concessi e da concedersi all’Ordine Francescano, alle Monache di S. Chiara ed ai professori del Terz’ Ordine del Nostro Serafico Padre San Francesco.
Da ultimo con sua Bolla Ineffabilia del 23 aprile 1521 in forma specifica approvava gli statuti della Confraternita «sub invocatione Conceptionis B. M. V. in Ecclesia Carmelitarum Civitatis Rothomagensis erecta». Nella qual Bolla riferito prima, come la Festa della Concezione cominciò a celebrarsi in Normandia « instante Guillelmo eorum Duce», passa a riportare per esteso i detti Statuti, nei quali, onde promuovere sempre più il culto e la divozione alla SS. Concezione si ha il seguente «morto un Confratello, nei suoi funerali sia portato un cereo bianco ed una palma» «ad declarandum, Defunctum ipsum perpetuo fidei lumine vestitum, sinceritatem CONCEPTIONIS hujusmodi usque ad mortem tenuisse, ac defendisse, ac palmam Virginalem in Cades exaltatam, quam contra omnem, etiam Originalis culpae labe reportasse ipsam Virginem, vivens contenderat quasi ante summum Dei tribunal post obitum repraésentasse» [per dichiarare che il defunto, rivestito della luce perpetua della fede, avesse creduto fino alla morte la verità della Immacolta Concezione e avesse difeso la vittoriosa palma verginale, esaltata in Cades, riportata dalla Vergine contro ogni macchia di peccato anche originale].

da La Chiesa cattolica nel fatto dell’Immacolatissimo e santissimo concepimento della Gran Madre di Dio Maria contro tutte l’eresie di fra Agostino Pacifico di Maria Addolorata (Napoli, 1852)
Il testo è stato leggermente ammodernato nel lessico.


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