Una tappa fondamentale del cammino della definizione dogmatica della dottrina della preservazione della Madre di Dio dal peccato originale fin dal momento del suo concepimento è rappresentata dal Concilio di Trento. La grande assise che tra il 13 dicembre 1545 e il 4 dicembre 1563 riaffermò la dottrina rivelata da Dio all’umanità contro le eresie dei sedicenti riformatori, a seguito di un vivo dibattito che contrappose macolatisiti e immacolatisti, toccò la questione alla fine del Decreto dogmatico sul peccato originale.

Al p. 6 di quel decreto si legge infatti:

«Questo santo Sinodo dichiara tuttavia, che non è sua intenzione comprendere in questo decreto, dove si tratta del peccato originale, la beata ed immacolata vergine Maria, madre di Dio, ma che si debbano osservare a questo riguardo le costituzioni di papa Sisto IV, di felice memoria, sotto pena di incorrere nelle sanzioni in esse contenute che il Sinodo rinnova».

Insegna Pio IX nella bolla dogmatica Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854:

«A tutto ciò si aggiunge il fatto, decisamente assai rilevante e del massimo peso, che lo stesso concilio di Trento, quando promulgò il decreto dogmatico sul peccato originale, nel quale, sulla scorta delle testimonianze della Sacra Scrittura, dei Santi Padri e dei più autorevoli Concili, stabilì e definì che tutti gli uomini nascono affetti dal peccato originale, dichiarò tuttavia solennemente che non era sua intenzione comprendere in quel decreto, e nell’ambito di una definizione così generale, la Beata ed Immacolata Vergine Maria Madre di Dio. Con tale dichiarazione infatti i Padri Tridentini indicarono con sufficiente chiarezza, tenendo conto della situazione del tempo, che la Beatissima Vergine fu esente dalla colpa originale. Indicarono perciò apertamente che dalle divine Scritture, dalla tradizione, dall’autorità dei Padri, niente poteva essere desunto che fosse in contrasto con questa prerogativa della Vergine»

Commenta mons. Jean-Baptiste Malou, vescovo di Bruges, nel suo L’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria considerata come dogma di fede (Torino, 1857, p. 274).

«La Chiesa aveva dichiarato in quell’istante con un decreto dogmatico che non intendeva comprendere la beata Vergine Maria nella massa de peccatori dei quali parla l’apostolo. Il pensiero della Chiesa è dunque – dicevano essi – che Maria non è necessariamente designata nei passi della Scrittura che esprimono l’ ‘universalità del peccato originale. Tutti i testi generali dei libri santi di cui fin qui si è fatto uso per combattere il privilegio son dunque con un sol colpo tolti di mano agli avversari dell’Immacolata Concezione. Questo riflesso parve così giusto ed efficace a meraviglia ad alcuni dotti teologi, i quali avevano fino a quel tempo contrastato la pia credenza che si posero fra i suoi difensori. Non si limitò il Concilio all’eccettuare la santa Vergine dalla massa dei peccatori, ma affermò eziandio ch’ella è sempre stata santa, perciocché subito soggiunge essere obbligati tutti i fedeli ad osservare le costituzioni di Sisto IV, nelle quali la prerogativa di Maria è espressa e proposta alla pietà dei fedeli in termini formali. Il Concilio di Trento, rinnovando quelle costituzioni, le fece sue. Ha dunque nuovamente approvato e la festa dell’Immacolata Concezione e l’uffizio di Leonardo de Nogarolis in cui il privilegio è enunciato in venti modi diversi. Nel suo decreto il Concilio chiama Immacolata la santa Vergine in proposito della sua prerogativa e per opposizione alla macchia del peccato originale che gli altri uomini contraggono, come se avesse voluto dire che la santa Vergine è stata eccettuata dal decreto perché è sempre stata immacolata. Il valore di quel decreto è tanto più grande che il Concilio lo ha ammesso all’unanimità. I padri domenicani, stimandosi felici di sfuggire alla definizione esplicita che forte paventavano, non si opposero alla formola definitivamente adottata. Il p. Lancicio della Compagnia di Gesù accerta aver riconosciuto negli atti inediti del Concilio Trento, che cinque padri soltanto si erano dichiarati contrari al privilegio di Maria, che tutti gli altri lo avevano ammesso. I teologi cattolici dopo il concilio di Trento sono stati quasi unanimi nel credere e nell’insegnare che l’opinione favorevole all Immacolata Concezione della santissima Vergine è stata indirettamente ed in certo senso canonizzata da quel Concilio in maniera che l’opinione avversa al privilegio di Maria non poteva più venir dalla Chiesa dichiarata un dogma».


🔵 Cenni storici sul dogma dell’Immacolata

🔵 Leone X e l’Immacolata Concezione

🔵 Gregorio XVI tenerissimo devoto dell’Immacolata Concezione

🔵 San Francesco Saverio difensore dell’Immacolata Concezione

🔵 La fede della Chiesa Armena nell’Immacolata Concezione

🔵 La fede della Chiesa Orientale nell’Immacolata Concezione

🔵 Il parere favorevole del Patriarca dei Maroniti al dogma dell’Immacolata Concezione

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fonte immagine https://it.wikipedia.org/wiki/Immacolata_Concezione#/media/File:The_Immaculate_Conception,_by_Giovanni_Battista_Tiepolo,_from_Prado_in_Google_Earth.jpg