Consacrazioni episcopali a Ecône, 1988. Estratto dell’omelia di Mons. Lefebvre e discorso di Mons. de Castro Mayer.
Testo tradotto in italiano:
Eccellenza, carissimo Mons. de Castro Mayer, miei carissimi amici, miei carissimi fratelli, Eccoci qui riuniti per una cerimonia certamente storica.
[…] I vostri applausi di adesso, io penso che non sono una manifestazione, direi, puramente temporale. Ma una manifestazione spirituale, che esprime la vostra gioia per avere infine dei vescovi e dei sacerdoti cattolici che salvino le vostre anime, che diano alle vostre anime la vita di Nostro Signore Gesù Cristo, con la dottrina, con i sacramenti, con la Fede, col sacrificio della Messa, vita di Nostro Signore di cui avete bisogno per andare in Cielo, e che è in procinto di sparire dappertutto in questa Chiesa conciliare che segue dei cammini che non sono i cammini cattolici e che conducono molto semplicemente all’apostasia. È per questo che facciamo questa cerimonia. Lungi da me l’erigermi a papa. Io sono solo un vescovo della Chiesa cattolica che continua a trasmettere, a trasmettere la dottrina.
[…] Ecco perché, constatando questa ferma volontà delle attuali autorità romane di ridurre a niente la Tradizione e di condurre tutti in questo spirito del Vaticano II e in questo spirito d’Assisi, noi abbiamo preferito ritirarci, evidentemente, e dire: Non possiamo, è impossibile. […] Noi non possiamo, malgrado ogni desiderio che abbiamo di essere in comunione con Voi. Dato questo spirito che regna oggi a Roma e che Voi volete comunicarci, preferiamo continuare nella Tradizione, conservare la Tradizione, in attesa che questa Tradizione ritrovi il suo posto, in attesa che questa Tradizione ritrovi il suo posto nelle autorità romane, nello spirito delle autorità romane. Questo durerà quanto è previsto dal Buon Dio. Non sta a me sapere quando la Tradizione ritroverà i suoi diritti a Roma, ma penso che sia mio dovere fornire i mezzi per attuare ciò che chiamerei operazione sopravvivenza, operazione sopravvivenza della Tradizione. Oggi, in questa giornata, si compie l’operazione sopravvivenza, e se io avessi concluso quella operazione con Roma, proseguendo negli accordi che avevamo firmato e proseguendo con la messa in pratica di questi accordi, avrei compiuto l’operazione suicidio. Allora, non v’è scelta, sono obbligato, noi dobbiamo sopravvivere. Ed è per questo che oggi, consacrando questi vescovi, sono convinto di continuare, di far vivere la Tradizione, cioè la Chiesa cattolica. Voi sapete bene, miei carissimi fratelli, sapete bene che non possono esserci dei sacerdoti senza vescovo. Tutti questi seminaristi che sono qui presenti, se domani il Buon Dio mi chiamerà, e questo accadrà senza dubbio senza ritardo, ebbene, questi seminaristi da chi riceveranno il sacramento dell’Ordine? Dai vescovi conciliari, i cui sacramenti sono tutti dubbi perché non si sa esattamente quali siano le loro intenzioni? Questo non è possibile! Ora, quali sono i vescovi che hanno conservato veramente la Tradizione, che hanno conservato i sacramenti così come la Chiesa li ha conferiti per venti secoli, fino al Vaticano II? Ebbene, sono Monsignor de Castro Mayer e io stesso. Io non posso farci niente, le cose stanno così. E quindi, molti seminaristi si sono affidati a noi, hanno sentito che lì stava la continuità della Chiesa, la continuità della Tradizione, e sono venuti dunque nei nostri seminari, malgrado le difficoltà che hanno incontrato, per ricevere una vera ordinazione sacerdotale e poter offrire il vero sacrificio del Calvario, il vero sacrificio della Messa e darvi i veri sacramenti, la vera dottrina, il vero catechismo. Ecco lo scopo di questi seminari. E allora, in coscienza, io non potevo lasciare orfani questi seminaristi, sparendo senza far niente per l’avvenire. Non è possibile. Questo sarebbe contrario al mio dovere.
[…] Noi compiamo un atto che apparentemente, apparentemente… e sfortunatamente i media non ci aiutano in questo senso, perché evidentemente essi titoleranno i loro giornali: «Lo scisma», «La scomunica», come potranno. Da parte nostra siamo convinti che tutte queste accuse di cui siamo oggetto, tutte queste pene di cui siamo oggetto sono nulle, assolutamente nulle! Ed è per questo che non le teniamo in alcun conto. Come non abbiamo tenuto conto della sospensione, dopo la quale abbiamo finito col ricevere le felicitazioni della Chiesa e anche della Chiesa progressista, così sarà tra pochi anni – non lo so: il Buon Dio solo conosce il numero degli anni che serviranno perché arrivi il giorno che la Tradizione ritrovi i suoi diritti a Roma – noi saremo abbracciati dalle autorità romane che ci ringrazieranno per aver mantenuto la Fede nei nostri seminari, nelle famiglie, nelle città, nei nostri paesi, nei nostri conventi, nelle nostre case religiose, per la maggior gloria del Buon Dio e per la salvezza delle anime.
In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Così sia.
Qui l’URL: https://youtu.be/kqRlQahCg5c?si=2RHz-OtXxpfnZRM4; qui il video incorporato: